Maze Runner – La Rivelazione” è il terzo film della saga diretta da Wes Ball. In questo capitolo vediamo Thomas (Dylan O’Brien), i Radurai e il “Braccio Destro” alle prese con il salvataggio di Minho, uno dei migliori amici del protagonista, rapito da W.C.K.D.
Infatti, l’intero film si concentra, per la maggior parte del tempo, su questo: salvare l’amico rapito per poi trovare con i ribelli un posto sicuro in cui scappare per cominciare una nuova vita. La fortuna però non è dalla loro parte. Per W.C.K.D la disperata ricerca di una cura per la terribile epidemia che rende inumani ha la precedenza su tutto, tanto da trasformare Minho in una cavia da laboratorio.
La saga di “Maze Runner”, inizialmente presentata come la nuova trilogia dispotica alla “Hunger Games”, si differenzia dai suoi predecessori per l’originalità e per la curiosità che trasmette allo spettatore di vedere come va a finire la storia. Certo, ha dei pregi ma anche dei grandi difetti e ahimè lo abbiamo visto nel secondo film della saga “Maze Runner – La Fuga”, ma questo terzo capitolo è tutta un’altra storia.
Torna finalmente quella “ostilità” che si è accennata agli inizi e quella maturità che si è persa ne “La Fuga”. Scenari bellissimi curati nei minimi dettagli, specialmente nelle scene iniziali che fanno molto Mad Max, ed effetti in CGI visivamente immersivi come solo il Signor Wes Ball sa fare. L’ambientazione, diversa dai primi due film, ha un clima futuristico e dispotico che unita ad una fotografia dai colori freddi, nei momenti action ti fa gelare il sangue insieme ai protagonisti. Ci sono
un susseguirsi di scene d’azione alternate da uno o due minuti di calma apparente, che col senno di poi non si capisce se questo sia un pregio, data la trama, o un difetto, data la durata di oltre due ore.
Anche per chi ha letto i libri (di James Dashner), i colpi di scena e i riferimenti alla storia originale non mancano e questo è un grandissimo passo avanti per la riuscita del film, date le polemiche per alcuni cambiamenti di trama, tra l’altro voluti dallo stesso James per dare dinamicità alla storia.

Nel cast sono presenti molti attori emergenti (Kaya Scodelario, Ki Hong Lee, Thomas Brodie-Sangster) e se avevamo avuto conferma della loro bravura nei capitoli precedenti, qui la abbiamo ancora di più. In modo particolare per l’attore Dylan O’Brien, coinvolto in un incidente proprio sul set del film, star della serie “Teen Wolf”, che non manca di espressività, specialmente nell’ultima mezz’ora mozzafiato del film. Riesce con estrema bravura a trasmettere allo spettatore il non voler essere un eroe, che però suo malgrado lo è. Ma passiamo alle imperfezioni. “W.C.K.D è buono”… eh, sotto sotto forse un pochino sì. Presentata come un’organizzazione succhia sangue spietata, in questo ultimo film lo spettatore passa quasi dalla sua parte. Certo, sempre succhia sangue rimane, ma non è il vero cattivo. Il vero villain, quello che sta sempre in mezzo alle scatole ai protagonisti, quello che ha il vero desiderio di uccidere, è senza ombra di dubbio Janson (il grandissimo Aidan Gillen). Nei libri è tutto il contrario, e questo cambiamento da fastidio. Una grande entità come W.C.K.D me l’aspettavo molto più grande, brutale e cazzuta. Altro difetto che però non pesa sul voto finale del film è, come accennato prima, la durata di oltre due ore. C’è tanta carne al fuoco, forse troppa, che dopo un po’ comincia a pesare e a farti vedere doppio. Forse sarebbe stato meglio togliere qualche scena di troppo per alleggerire un po’ il tutto.

Tirando le conclusioni, “Maze Runner – La Rivelazione” è il migliore della trilogia, sia per come è stato tecnicamente realizzato, sia per la trama. È un perfetto film di chiusura, che nonostante i difetti si differenzia tantissimo dagli altri film famosi young adult degli ultimi anni.

Recensione a cura di Sara Canino