Il nuovo film di Jason Reitman porta in scena il tema della depressione post-parto con un’eccezionale Charlize Theron.

Finché non si è madri, non si potrà mai capire fino in fondo cosa accade e cosa potrebbe accadere nella testa e nel corpo di una persona che ne ha appena messa al mondo un’altra. Superato lo scoglio del parto, inizia per la neomamma un’altra sfida, molto spesso ancora più difficile e faticosa, che è quella di prendersi cura del neonato dipendente in tutto e per tutto da te. Talvolta in questa fase si può manifestare nella mamma un disturbo di natura psicologica chiamato depressione post-parto: intere giornate vengono scombussolate da umore labile, con facile tendenza al pianto, tristezza, stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione.

È quello che succede alla Marlo del film (Charlize Theron), attualmente incinta e già madre di altri due bambini (di cui uno con un lieve disturbo comportamentale).  La donna si presenta trascurata e insofferente nella sua condizione fisica e mentale, eternamente esausta anche perché poco aiutata da suo marito. Tra poppate, pannolini, biberon, cene da preparare e colloqui a scuola, le sue giornate passano tutte così.

 

Proprio quando Marlo è al limite delle forze, decide di accettare il consiglio di suo fratello e provare a chiamare una tata notturna con ottime referenze: una giovane “Mary Poppins in skinny jeans” di nome Tully (Mackenzie Davis) arrivata per prendersi cura dei bambini ma soprattutto della loro stanchissima madre. Anche se all’inizio Marlo fatica ad abituarsi ai modi inconsueti e stravaganti della baby sitter e ai numerosi cambiamenti apportati alla sua sfibrante routine serale, col tempo le due donne stringeranno una proficua alleanza che si trasformerà in un sincero e strano legame d’amicizia..

 

Tully è la settima pellicola del regista Jason Reitman, che vanta tra i suoi titoli più rilevanti Juno (2007) e Tra le nuvole (2009). Anche questa volta, Reitman ci regala una commedia dai toni drammatici, con un umorismo pungente e divertente, ma allo stesso tempo velato da serietà e drammaticità. Tanta riconoscenza va data alla protagonista, Charlize Theron, che per questo ruolo ha affrontato una vera trasformazione fisica che le ha fatto prendere più di 22 kili. Oltre al corpo e alle movenze, l’attrice sudafricana è riuscita a incarnare lo spirito esausto di questa donna soprattutto con lo sguardo, molto penetrante ed efficace.

La sceneggiatura è impostata in modo tale da rendere l’arrivo della tata Tully il perno e il punto di svolta della storia, che da lì prenderà una piega diversa e, diciamolo, anche inaspettata, osando esplorare territori che, a livello cinematografico, risultano spesso molto interessanti. Tully arriva come una sirena a riportare Marlo in superficie dopo troppi anni trascorsi in apnea: è quello spirito e quella freschezza che la donna aveva ormai da tempo messo da parte dentro di sé, ma che ora è pronta a riscoprire. 

Tully, in conclusionenon è una semplice commedia fatta di cliché sulla maternità, ma un film d’interiorità, adulto e di piacevole intrattenimento.