Ieri Nek a Le Iene, ospite della trasmissione, si è raccontato. Nel suo monologo il cantautore ha parlato di coraggio, di cambiamento, di opportunità, rivolgendo anche un pensiero a suo padre scomparso. Queste le sue parole:

“Nel 1993 ho esordito a Sanremo con “In Te”. Quella canzone fu accusata di essere contro l’aborto, e venne massacrata ancor prima che la cantassi. Salii sul palco ma la voce non usciva. Pippo Baudo mi gridava: “Devi usare il diaframma”. Volevo scomparire. Quella sera, per la prima volta, ho scoperto un coraggio che non credevo di avere, e che mi avrebbe accompagnato nella carriera e nella vita. Anziché farmi distruggere dalle critiche feroci, ho smentito chi sperava che fossi solo una meteora. Anni dopo, quando è morto mio padre, il dolore mi ha messo di fronte a una grande verità: non sarei mai più stato la stessa persona. E anche in quella occasione mi ha aiutato il coraggio, ma un coraggio diverso: quello della debolezza. Il coraggio di accettare il cambiamento.”

Lo stesso ha poi continuato:

“Ho trasformato la sua assenza in presenza, e ogni giorno mio padre lo ritrovo nelle piante del suo giardino, nel profumo del suo bosco, nel Lambrusco che bevo con gli amici. È successo anche due anni fa, quando con la sega circolare mi sono squarciato la mano. La mano per un musicista è tutto: cosa sarei stato io senza la musica? Dopo lo sconforto iniziale ho raccolto il coraggio rimasto: ho accettato che, forse, ci sarebbe stato un nuovo Filippo, diverso.”