Ieri è stato l’anniversario della morte del grande Nino Manfredi. Il Corriere della Sera ha intervistato il figlio Nino Manfredi:

Che padre era?

«Assente, sempre occupato sui set. Quando era a casa, si chiudeva nel suo studio con gli sceneggiatori. Il merito di portare avanti la famiglia è di mia madre Erminia, che ha sopportato e perdonato le sue varie “scappatelle”: ne ha fatte di cotte e di crude».

Severo?

«Parecchio. Da ragazzino mi rifugiai su un albero in giardino, perché voleva costringermi a mangiare le lumache, che mi fanno schifo. Abbiamo recuperato il rapporto in seguito, cominciando la lavorare insieme».

Sul fronte dei difetti?

«Non sapeva mai chiedere scusa, anche a torto marcio. Un esempio? Vado a trovarlo nella sua villa al mare e, strada facendo, mi compro maschera e pinne, per poi pescare cozze e ricci che lui amava tanto. Quando mi vede pronto a tuffarmi in acqua, mi chiede sospettoso: scusa, ma quelle pinne sono le mie? Io ribatto: no, le ho comprate poco fa. Lui insiste: sono le mie! Io, torno indietro, vado a frugare in casa e trovo le sue: non si ricordava dove le aveva messe e gliele porto sotto al naso. Invece di scusarsi, si limita a rispondere: bè, hai delle pinne che non sembrano le tue… Paradossale»

fonte CORRIERE DELLA SERA