Omar Pedrini dice addio ai live a causa dei problemi al cuore che lo hanno colpito. In una nuova intervista a Il Corriere della Sera racconta: “Dopo essermi ripreso da tre interventi al mio cuore malandrino più un altro di ricostruzione negli ultimi due anni e mezzo, di recente ho fatto un concerto di prova a Brescia. È venuto a vedermi il mio cardiochirurgo, che è anche mio suocero, e nonostante gli avessi promesso di restare calmo non ci sono riuscito”.

Un addio senza tornare sul palco? No: “Il problema è che questo, anche se non mi drogo più e bevo moderatamente, non è più compatibile con il fisico. Ho un permesso speciale per un ultimo tour: non sono uno che se ne va senza salutare“. E su cosa farà dopo ha le idee chiare: “Il contadino in Toscana: mio padre invecchia e non riesce a stare dietro agli ulivi. Ho voglia di mettere la mani nella terra, per citare Pavese. Farò l’eremita in compagnia dei miei miti, da John Lennon a Ginsberg, e inviterò gli amici, come fece Orazio con Torquato una volta riottenute le terre confiscate”. Alla domanda se Milano gli mancherà risponde: “Resterà la base della famiglia, ma non mi stimola più. Si sta perdendo quella cultura fatta da uomini come Giovanni Gastel, Matteo Guarnaccia, Andrea Pinketts… È tutto ridotto a party e coolness