Pietro Valsecchi di scoperte cinematografiche ne ha fatte tante. Al “Corriere” racconta di quando, grazie al figlio che guardava Zelig, decise di invitare a Cortina Checco Zalone:

“Papà, guarda questo comico, mi fa morire dal ridere, si chiama Zalone. La comicità di Zelig non faceva proprio per me. Mi raggiunsero dalla Puglia lui e Gennaro Nunziante, il suo amico e regista. Loro portarono la mozzarella, io li accolsi col tartufo”. 

Dalle chiacchiere di quella sera nacque l’idea per Cado dalle nubi, il primo grande successo cinematografico di Zalone: un ragazzo che parte dal Sud alla conquista di Milano, col sogno di diventare un grande cantante. Valsecchi racconta di come ha dovuto faticare per convincere la Medusa che si trattava di una buona scommessa. Alla fine la spuntò, e il film incassò 18 milioni:

“Il secondo film ha fatto 45 milioni, il terzo 52, quello che è andato “male”, Tolo Tolo, ne ha incassati 48. Tutti volevano rubarmi Zalone. Finché poi tra noi qualcosa si ruppe. È diventato ossessivo, vinto dall’ansia del primo posto. Ma nel cinema è normale, l’invidia è ovunque, tutti vogliono essere unici. E Luca lo era davvero”

La pietra dello scandalo sembra però che sia stata un’eccessiva richiesta di denaro da parte di Gennaro Nunziante, che lavorando con una star del calibro di Zalone si era montato la testa:

“Lo cacciai dal mio ufficio in malo modo, urlandogli dietro fino in strada. Non l’ho più visto. A quel punto, ho lasciato Luca libero di fare il suo film”

Secondo il produttore, Zalone non è più interessato a far ridere il suo pubblico, ma sarebbe più che altro spinto dal desiderio di farsi accettare da un certo circolo intellettuale di sinistra:

“È un democristiano fino al midollo, voleva il riconoscimento di quel mondo e quando l’ha avuto l’ha snobbato. Solo che a me questo suo riconoscimento è costato 24 milioni di euro. Mi disse, con tutti i soldi che ti ho fatto guadagnare, ora te li faccio spendere. Una sorta di vendetta poetica”