La showgirl Raffaella Carrà, nel corso di un’intervista a Il Corriere della Sera, si racconta. Ricordando i tempi del Tuca Tuca e della censura, dichiara:

“Lo ballai la prima volta con Enzo Paolo Turchi, e l’Osservatore Romano fece pressioni in Rai per stopparlo. Riuscii a riportarlo in tv solo grazie ad Alberto Sordi, a cui nessuno diceva no. Io mi vestivo così, pantaloni e top corto, senza nessun secondo fine. Ma evidentemente, senza rendermene conto, stavo rompendo gli schemi. Forse perché ballavo in modo libero, forte, comunicavo energia, non una sensualità eccessiva. E dunque è stato più facile far passare un messaggio di libertà…”.

E poi prosegue, parlando del 202o e della pandemia da Covid-19:

“Ho avuto e ho molta paura. Non esco e così questo 2020 è diventato un anno sabbatico, anche perché io non sopporto l’idea di lavorare con le distanze o con le mascherine. Meglio non lavorare”.

E a proposito del Natale, la Carrà dichiara:

 “Le feste sono già malinconiche… Forse era meglio cancellarlo quest’anno”.

E a proposito del Capodanno:

 “Il 31 dicembre bisogna spaccare tutto. Lo farò in privato nella mia terrazza, a costo di chiamare il muratore il giorno dopo”.