In una intervista a “Il Messaggero”, Stefania Sandrelli si inserisce nel dibattito sullo stato pessimo del cinema italiano, denunciato da moltissimi attori e registi:

“Oggi il cinema non esiste e credo che anche io non lo farò più. Sta scomparendo anche la sala e senza sala, abbia pazienza che cinema si può fare? Le piattaforme? E un sacco di premi inutili, di tappeti rossi irrilevanti, di cazzatine. Per me è un po’ deludente. Ho sempre considerato il cinema come un essere vivente e credo che essendo stato una parte fondamentale sia inevitabile. Poi, in realtà, io non ho niente contro le piattaforme. Sono realista. Se non si può tornare indietro si va avanti. Il cinema è nato è cresciuto è invecchiato. Alla fine della giostra può anche morire perché tanto la sua anima non morirà mai. Resterà comunque il più grande spettacolo di sempre”.

Intanto dopo un intenso lavoro diplomatico da entrambi le parti, il Governo e il mondo del cinema hanno finalmente avviato un dialogo per risolvere la profonda crisi “strutturale e culturale” che, secondo i lavoratori del settore, affligge il cinema italiano da quasi due anni: “Possiamo seppellire l’ascia di guerra” ha detto il rappresentante delle maestranze che aderiscono al comitato dal nome emblematico, “Siamo ai titoli di coda”, al termine del tavolo convocato al Collegio Romano dal ministro della Cultura con una delegazione di operatori del settore, guidati da Claudio Santamaria, e con il direttore della Direzione generale Cinema, Nicola Borrelli e la sottosegretaria con delega al Cinema Lucia Borgonzoni.