Sono passati quasi trent’anni da quando nel 1992 andò in onda il film “The Mighty Ducks” con protagonista Emilio Estevez nei panni dell’allenatore di hockey sul ghiaccio Gordon Bombay. Ora nel 2021, Disney + riporta sul grande schermo il suo remake, con una nuova serie originale chiamata “Stoffa da campioni: cambio gioco” (titolo originale The Mighty Ducks: Game changers) che debutterà sulla piattaforma streaming venerdì 26 marzo e che vedrà nuovamente l’attore nel ruolo da protagonista e Lauren Graham, l’indimenticabile Lorelai Gilmore di “Una mamma per amica”, nei panni di Alex.

Ideata da Steve Brill, Josh Goldsmith e Cathy Yuspa e prodotta da ABC Signature, la serie darà il bentornato a Gordon Bombay, che avevamo lasciato come un brillante avvocato ed ex promettente giocatore di hockey che si trova costretto a svolgere un lavoro socialmente utile, dopo essere stato arrestato per guida in stato di ebrezza; la sua punizione sarà quella di allenare una squadra di hockey del suo quartiere. Dopo un avvio difficile comincia ad appassionarsi e creare un rapporto con i suoi ragazzi, fino a renderli dei veri e propri campioni. In “Stoffa da campioni“, l’ambientazione cambia, ci troviamo nel Minnesota di oggi, dove i Mighty Ducks si sono evoluti da perdenti qualunque a una squadra di hockey giovanile ultra-competitiva e vincente, forse fin troppo, poiché sembrano incarnare gli stessi bulli da cui all’epoca cercavano di scappare. 

Un giorno arriva il dodicenne Evan Morrow interpretato da Brady Noon, un ragazzino timido, un pò goffo ma con una grande passione per l’hockey, che si presenta alle selezioni per entrare a far parte della squadra dei Mighty Ducks, ma dopo una partita in cui viene ripetutamente spinto, e sabotato in ogni suo movimento nel gioco, viene tagliato fuori senza tante cerimonie. Sua madre, Alex (Lauren Graham), non accetta il modo in cui viene trattato il figlio, sopratutto perché un tempo si prestava attenzione ai singoli, alle loro storie, si faceva gruppo. Invece oggi per i Mighty Ducks non conta altro che vincere. Così la donna decide di  schierarsi contro un’intera cultura malsana, spietata e insieme al figlio decidono di costruire la propria squadra di outsider con l’obiettivo di dare una chance a tutti coloro che si sentono esclusi. La loro ricerca li porta a Gordon Bombay, un burbero proprietario di una pista di pattinaggio sul ghiaccio, che si è lasciato alle spalle la sua carriera da ex giocatore e allenatore, almeno apparentemente, ma che alla fine deciderà di dare un mano a questi straordinari ragazzi.

Sebbene abbiamo avuto modo di visionare solo i primi tre episodi, possiamo dire che siamo rimasti completamente innamorati di questo piccolo prodotto, oltre alla bravura di nuovi emergenti attori tra cui Maxwell Simkins, Swayam Bhatia, Luke Islam, Kiefer O’Reilly, Taegen Burns, Bella Higginbotham e DJ Watts. La storia ha una trama drammatica sportiva di ispirazione, che aiuta i giovani a credere in loro stessi, e che insegna l’importanza del lavoro di squadra. Come dice la mamma di Evan, Alex: “La vera misura di una persona non risiede in quante volte cadi, ma in quante volte ci si rimette in piedi” Infatti l’intenzione di Disney+ è proprio quello di creare un mix di emozioni, atto a coinvolgere sia un pubblico adulto nostalgico, ma allo stesso tempo attirare spettatori più giovani per capire i valori importanti della vita. 

Inoltre ricordiamo che Steve Brill, è il creatore originale, sceneggiatore e produttore esecutivo di tutti e tre i film, che hanno generato un franchise NHL, ed è tornato come co-creatore e produttore esecutivo della nuova serie. Josh Goldsmith e Cathy Yuspa (The King of Queens, 30 anni in 1 secondo) sono co-creatori, produttori esecutivi e showrunner. Michael Spiller è il produttore esecutivo/regista della serie, mentre James Griffiths è il regista/produttore esecutivo dell’episodio pilota. Emilio Estevez è uno dei produttori esecutivi e Lauren Graham è co-produttrice esecutiva. George Heller e Brad Petrigala della Brillstein Entertainment Partners e Jon Avnet e Jordan Kerner sono anche non-writing executive producers.