Dario Argento, maestro indiscusso dell’horror, sarà omaggiato con una retrospettiva a Londra, al British Film Institute, dove saranno proiettati ben 17 film restaurati in 4K. L’evento si chiamerà Doors into Darkness, e per l’occasione Argento si è raccontato in una nuova intervista al Corriere: «Per scrivere film horror bisogna avere un buon dialogo con la nostra metà cattiva. Non tutti sanno d’averla. Ma io la riconosco e ci parlo».

Tra i tanti film ripercorsi, anche Suspiria, uscito nel 1977 dopo Profondo Rosso. Del film, Argento racconta:

«È nato dal mio pensiero e la differenza con tutto quello che c’era stato prima è che non era solo una storia, ma era basato sulla psicologia. Perciò è diventato famosissimo e registi come Guillermo del Toro e John Carpenter si dichiarano miei seguaci. E poi, prima di Suspiria, un film sulle streghe non era mai stato fatto.

Il regista si è lasciato prendere anche da momenti particolari in quel periodo:

Arrivati a Monaco per Suspiria, trovammo strade e chiese imbandierate di nero: era morto un cardinale, l’impressione fu forte. Poi, impazzirono gli orologi di molti di noi. Mentre finivo Suspiria a Roma, mi ero da poco separato e abitavo all’Hotel Flora. Il film andava benissimo, ero felice, ma non ho mai capito perché, quando tornavo in albergo, mi veniva la follia di buttarmi dalla finestra. Poi, un amico medico mi suggerì di spostare un armadio davanti alla finestra. Mi spiegò: l’idea del suicidio sparisce in fretta e, se quando ti viene devi spostare l’armadio, ci metti abbastanza da fartela passare. Aveva ragione»