In occasione dei 45 anni di Un Sacco Bello, Carlo Verdone è stato intervistato dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera e sul suo film d’esordio.

Al cinema fu un successo.

«I critici ne parlavano bene, la sensazione era che ci fosse qualcosa di nuovo. Venivamo da commedie in cui la donna era un oggetto del desiderio e il protagonista era sempre il rimorchiatore. Io sentivo che l’aria era cambiata, avevo anche una fidanzata femminista… i miei erano personaggi sconfitti, con la donna molto più energica dell’uomo».

Sente ancora Veronica Miriel, la mitica Marisol?

«Sì, lei ora è a Marbella con sua figlia dopo aver vissuto in Perù, nelle tribù andine. È una bella signora, dipinge, è sempre molto positiva e solare, ci mandiamo spesso dei saluti».

C’è qualche personaggio a cui vuole più bene?

«A Leo, al suo candore, voglio bene, anche se mi divertivo di più a fare il bullo, potevo inventare, osare. Ritrovavo ognuno di loro nelle persone che frequentavo nel quartiere, dal ferramenta all’elettrauto. Mi fermo anche oggi a parlare col benzinaio o la signora della tintoria. Uno è del Bangladesh, l’altra algerina: la società oggi è multiculturale. Ma ammetto che anche loro ripetono spesso le mie battute».

fonte CORRIERE