Piccolo, rotondo, luminoso, di tutti i colori… Lo ricordate? E’ proprio negli anni ’90 che lo yo-yo ritorna di moda… questo piccolo giocattolo ha appassionato grandi e piccini, tanto da portare in quegli anni alla nascita di vere e proprie competizioni a livello nazionale ed internazionale.





Ma cos’è di preciso uno yo-yo? Lo yo-yo classico è costituito da due rotelle unite tra loro tramite un asse che funge da perno attorno al quale è avvolto un cordino. Il cordino è fissato per un’estremità al perno e per l’altra estremità è lasciato libero così da poter essere legato al dito medio della mano. Tramite un movimento del polso, il giocatore lancia lo yo-yo che si srotola fino alla fine del cordino per poi farlo tornare indietro, sfruttando l’energia accumulata nella rotazione. Nello yo-yo moderno (a frizione automatica o a cuscinetto a sfera), invece, il cordino non è fissato al perno ma è libero, e questo gli permette di continuare a ruotare senza tornare nella mano del giocatore.




Il gioco dello yo-yo sembra avere origini antichissime: documenti storici ne collocano l’esistenza già nell’antica Cina ed in Grecia (dove sono stati ritrovati dei documenti risalenti al 500 a.C.), per poi arrivare nei secoli successivi anche in Europa. Intorno al 1930, il commerciante Donald Ducan aprì una fabbrica per produrre yo-yo nella città di Luck nel Winsconin, e divulgò ufficialmente il gioco in tutto il mondo. Negli anni successivi la tecnologia dello yo-yo venne perfezionata sempre di più, fino ad arrivare agli anni ’90, quando il gioco tornò fortemente in voga.

Dagli anni ‘90 ad oggi il gioco si è evoluto, tra differenti stili e novità tecnologiche che rendono lo yo-yo un gioco ancora attuale