Esattamente 46 anni fa, il 20 luglio 1973, moriva in circostanze tragiche uno dei personaggi che sarebbe destinato a diventare un’icona mondiale e a cambiare le sorti del cinema e della cultura asiatica: Bruce Lee.

Bruce Jun Fan Lee è stato un attore, artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico cinese con passaporto statunitense.

Nato nella Chinatown di San Francisco da famiglia originaria di Hong Kong,, Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l’attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali e l’interesse per questo tipo di discipline in Occidente. L’arte marziale da lui sintetizzata è chiamata Jeet Kune Do.

Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all’età di tre mesi, quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl del 1941. Fra i sei ed i diciassette anni partecipò a sedici pellicole, anche se il primo film di un certo riguardo, The Orphan del 1958 lo interpretò all’età di diciotto anni.

Il produttore della serie televisiva Batman, William Dozier, ebbe l’occasione di visionare i filmati di Lee al Campionato Internazionale di karate, tenutosi a Long Beach il 2 agosto del 1964. L’esibizione incluse varie dimostrazioni, tra le quali flessioni su pollice ed indice e il suo noto “pugno a un pollice”. Colpito dalle notevoli capacità fisiche, Dozier invitò Lee per un’audizione, grazie alla quale si aggiudicò una parte nella serie televisiva Il calabrone verde, per la stagione 1966-1967, in Batman. Successivamente ottenne ruoli anche nelle serie IronsideLongstreetHere Come the Brides e, nel 1969 nel film: L’investigatore Marlowe.

Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film Il furore della Cina colpisce ancora del 1971 e Dalla Cina con furore del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. Successivamente fondò una propria casa di produzione, la Concord Production Inc., in società con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto tale egida co-produsse, scrisse, diresse e interpretò L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema. Richiese tre giorni di riprese, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee.

Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I 3 dell’operazione Drago per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento e co-produttore con la sua Concord Production Inc. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros. dopo L’esorcista in quella stagione e consolidò l’immagine di Lee come leggenda delle arti marziali. Durante le sessioni di doppiaggio di quel film, Bruce fu colto da potenti convulsioni – accompagnate da conati di vomito e vampate di calore. Immediatamente trasportato all’ospedale più vicino, all’attore fu diagnosticata la presenza di un edema cerebrale per il quale gli venne somministrato il mannitolo, un medicinale necessario a ridurre il gonfiore al cervello e che gli salvò la vita. Tuttavia, fu sempre questo male a togliergli la vita due mesi più tardi. 

La morte

La sera del 20 luglio 1973, a soli 32 anni, Bruce Lee morì nel sonno per una reazione allergica a un farmaco analgesico. Si trovava a casa di Betty Ting Pei, attrice e produttrice cinematografica taiwanese, quando, lamentando una forte emicrania, assunse una pastiglia di Equagesic, contenente aspirina e meprobamato. Dopo che si andò a sdraiare, quel breve riposo si dilatò eccessivamente nel tempo. Bruce Lee non si svegliò più.

Trasportato con un grave ritardo presso il Queen Eizabeth Hospital, venne dichiarato “dead on arrival“, ovvero arrivato morto.
La morte di Bruce Lee venne imputata ad una probabile reazione allergica a una o più sostanze contenute nel farmaco consumato, probabilmente al meprobamato. L’autopsia evidenziò, inoltre, che “il cervello di Lee era gonfio come una spugna”. Pesando mediamente attorto ai 1400 grammi, nel caso dell’attore raggiunse il peso di 1575g: un aumento del 13%.

Un tragico destino che accomunò anche suo figlio, Brandon Lee, celebre attore de Il Corvo, morto anche lui ancor più fatalmente a causa di un proiettile, partito per errore sul set.

Ora i corpi di Brandon e Bruce riposano vicini, accomunati da un fatale destino che li ha portati via troppo presto.

Fonte: https://www.cinematographe.it/rubriche-cinema/focus/bruce-lee-morte-figlio/