8 giugno 1990 – 30 anni fa iniziavano i Mondiali di Italia ’90. Così ricordiamo quelle ‘Notti magiche’. Era un giorno afoso, tutti gli occhi erano puntati su Rai Uno, non esistevano 300 canali, il grande giorno era arrivato, eravamo tutti li’incollati per l’evento del secolo.

Io ero un bambino di 6 anni che del calcio conosceva solo il fattore divertimento, le bandiere e gli inni nazionali. Avevo già finito di completare il mio album di figurine dei Mondiali e sapevo a memoria gli stadi. La televisione non funzionava, toccava salire sul tetto a controllare, non potevo perdermi il mondiale in casa. Non appena si sistema tutto, mi sintonizzo e guardo lo spettacolo. Cavolo, giocavamo il mondiale in casa, in quello che veniva considerato il paese calcisticamente più evoluto del mondo. C’erano tutti i miei eroi, Maradona, Baggio, Baresi, Careca…non mancava nessuno. Mi preparavo a vivere con gli occhi di un bambino tutto lo spettacolo che mi avrebbe portato via ore e ore di sonno. Ma una cosa mancava: la musica. Ed ecco che arrivano Edoardo Bennato e Gianna Nannini con il loro ciclone: NOTTI MAGICHE. Una musica bellissima, già dall’inizio si capiva che l’avrei cantata per anni e continuo ancora. 

Erano davvero Notti Magiche perchè prima la nazionale era la nazionale, erano le uniche partite che venivano trasmesse in televisione. La gente si radunava in massa, l’Italia si fermava, giocava in casa, in giro nessuno. Ricordo il Camerun che mi sorprese fino ai quarti e sopratutto la grande delusione di Italia Argentina. Ma la cerimonia d’apertura rimarrà sempre dentro il mio cuore.

Durante la cerimonia di apertura, modelli da tutti i continenti presenti al Mondiale sfilarono con capi disegnati da alcuni grandi stilisti italiani: l’America con Valentino in rosso (il colore preferito dello stilista), l’Africa con Missoni in nero, l’Asia con Mila Schön in giallo, e l’Europa con Gianfranco Ferré in verde. Come musiche, all’inizio della cerimonia Bennato e la Nannini cantarono Un’estate italiana, poi la band Giorgio Moroder Project reinterpretò cinque brani sempre abbinati ai continenti (We Are the World di USA for Africa, Pata Pata di Miriam Makeba, Hand in Hand dei Koreana (già canzone ufficiale dei Giochi Olimpici di Seul 1988), Forbidden Colours di Ryūichi Sakamoto, e All You Need Is Love dei Beatles) per concludere con To Be Number One. Alla fine della cerimonia, fu mostrato un concerto di un’orchestra diretta da Riccardo Muti.

 

Erano iniziate, e forse non sono ancora finite, perchè gli anni 90 erano alle porte e non potevano iniziare meglio che con il Mondiale, peccato per l’epilogo poco fortunato ma quel mondiale me lo ricorderò per sempre, è stato il mio battesimo nel mondo del calcio.