Diego Abatantuono ha concesso un’intervista al Corriere ripercorrendo la sua carriera e parlando anche dei suoi progetti futuri. Ecco un estratto:

Con Gabriele Salvatores avete lavorato tantissimo insieme, è un suo grande amico, il fatto che è diventato il compagno della sua ex moglie ha addirittura cementato ancor di più la vostra amicizia. Gabriele dice che lei è pigro, che avrebbe potuto ottenere di più nella sua carriera.

«Perché lui no? Ha fatto la stessa carriera che ho fatto io, non mi sembra sia a Los Angeles a fare i 100 metri… Per altro io ho fatto 100 film e lui ne ha fatti 10; io ho fatto tre figli e lui ne ha ereditata una da me; io ho tre nipoti che chiamano nonno lui… e il pigro sono io?».

Però magari avrebbe potuto fare di più. No?

«Tutti possono fare di più. Io per carattere non sono competitivo, non ho mai avuto nessuna intenzione di andare in America a imparare l’inglese, anche perché ho un linguaggio che mi rende abbastanza interessante qua. E poi ho iniziato ad aver successo molto giovane, ogni volta che pensavo: se non succede niente me ne vado, succedeva qualcosa. Al contrario del mio meno pigro amico Gabriele, che a 30 anni era ancora al teatro dell’Elfo, io a 30 anni avevo già recitato in un sacco di film che incassavano parecchio, avevo comprato una casa e fatto smettere di lavorare i miei genitori, e mi ero già fatto fregare un po’ di soldi. Per questo siamo perfetti per stare insieme: io sono quello pigro che fa le cose. E poi se ci sono io i suoi film vengono meglio».

«Marrakech Express», «Turné», «Mediterraneo», «Puerto Escondido»: la vostra non è solo una storia di cinema, ma anche una storia di un’amicizia con un cast fisso di attori…
«Eravamo una grande compagnia di giro, era bello stare insieme, eravamo tutti affiatati e siamo tutti amici ancora oggi. Il nostro cinema partiva da una bella idea, da un telaio su cui lavorare e improvvisare, non era tutto scritto su un copione immutabile. Come è successo con Marrakech, man mano che andavamo verso il Marocco il film cresceva; la grande intelligenza di Gabriele faceva sì che tutte le proposte fatte da noi venissero vagliate, non accettate, ma vagliate. Con Gabriele c’è grande feeling, grande fiducia reciproca: ci capiamo al volo».
fonte CORRIERE