Il film

Agente 007 – Missione Goldfinger (Goldfinger) è uscito nei cinema nel 1964 diretto da Guy Hamilton e con ovviamente Sean Connery. È il terzo della serie ufficiale di James Bond nonché il primo a vincere un Oscar (nel 1965 per i migliori effetti sonori a Norman Wanstall). La colonna sonora cantata da Shirley Bassey, comprendente la celeberrima Goldfinger, raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per tre settimane.

La trama

James Bond (Sean Connery), l’agente 007 del servizio segreto britannico, di passaggio a Miami, è incaricato di tenere sotto stretto controllo Auric Goldfinger (Gert Frobe), un misterioso industriale sospettato di contrabbando internazionale d’oro. Dietro la facciata da professionista incensurato, Auric nasconde un criminale senza scrupoli, disposto a tutto pur di fare soldi, anche usare una bomba atomica.
Bond riesce ad arrivare vicino al quartier generale di Goldfinger, ma purtroppo cade nelle sue mani. Lì scopre l’impresa criminosa che sta mettendo in atto l’avido industriale: attaccare il luogo più sorvegliato e sicuro del mondo, il deposito delle riserve auree degli Stati Uniti, Fort Knox. Facendo esplodere una bomba atomica al cobalto, contaminando così il prezioso metallo, Goldfinger priverebbe il mercato dell’oro americano, e potrebbe decuplicare il valore di quello in suo possesso, mettendo l’economia dell’intero emisfero in ginocchio.
Aiutato dai congegni ideati per lui dal suo amico Felix, Bond cerca di sventare la cosiddetta Operazione Grande Slam, ma si troverà ad affrontare molti pericoli e grossi ostacoli, fra cui il massiccio Oddjob, un coreano muto, armato di una bombetta provvista di una lama, che lancia come un frisbee. Non meno impegnativo sarà combattere con l’affascinante pilota Pussy Galore, alleata di Goldfinger, che però non mancherà di sorprenderlo.

La leggenda metropolitana

Immaginate di essere nel 1964. Gli Stati Uniti si imbarcano in una delle più insensate guerre di ogni tempo, quella in Vietnam, che durerà dieci anni. L’Italia vuole freneticamente lasciarsela alle spalle gli anni della guerra. Arrivano gli elettrodomestici e La musica sta diventando essenziale per i giovani. E internet non c’è.

La comunicazione e la cronaca sono anni luce indietro rispetto a dove siamo adesso. Molte storie si muovono col passaparola, non avendo mai una conferma dalla fonte. Storie che quindi diventando leggende metropolitane.

La morte sul set

Tornando a noi e a Goldfinger, per la scena più famosa del film (quella dove Jill Masterson viene ricoperta d’oro), l’attrice Shirley Eaton dovette sottoporsi a ore di trucco venendo ricoperta quasi completamente di vernice d’oro. Subito dopo l’uscita della pellicola circolò una leggenda metropolitana secondo la quale la Eaton sarebbe realmente morta a causa della vernice durante la lavorazione del film.

In effetti, durante le riprese sono state prese attente precauzioni. Un dottore era sempre sul set e lo stomaco di Easton era lasciato scoperto per consentire la “respirazione”. La scena è stata girata rapidamente, in una mattinata di lavoro. Poi è stata lavata dalla padrona di casa e dalla truccatrice, e successivamente ha dovuto sudare in alcuni bagni turchi per eliminare l’oro rimasto. Ovviamente questa leggenda si rivelò falsa (Shirley Eaton ha 84 anni ed è ancora viva). Ma valla a fermare una leggenda metropolitana nel 1964.

La spiegazione scientifica

Sebbene il soffocamento della pelle sia impossibile ,un essere umano può morire per estremo surriscaldamento se i pori della pelle rimangono chiusi per troppo tempo poiché la sudorazione attraverso i pori della pelle è il principale metodo di regolazione della temperatura per gli esseri umani.