Oggi è il compleanno di Aldo Baglio e per l’occasione riproponiamo una sua intervista a Sky di qualche mese fa dove raccontava la sua carriera.  Nel salotto del vicedirettore della testata Omar Schillaci, l’attore e comico siciliano si è raccontato nel corso dello speciale intitolato “L’irreprensibile Aldo”.

La chiacchierata si è snodata ricordando in particolare gli inizi incerti

Ero giovane quando sono entrato a lavorare alla Sip era un posto parastatale. Quando l’ho lasciato per fare questo lavoro i miei genitori hanno detto: “Tu sei pazzo! Il posto fisso!” Non è che mi sia giocato tutto, diciamo che lì non sentivo la passione, non avevo un trasporto particolare. Quindi mi sono detto: potrei vivere la mia vita anche così però prima vorrei fare un po’ di esperienze diverse. Il provino più redditizio l’ho avuto al teatro della Scala. Lì sono cominciati ad entrare i primi soldi: io e Giovanni eravamo abbastanza bravi anche perché nasciamo mimi e un po’ clown. E’ stato il momento in cui i problemi economici erano un po’ risolti. Forse è il provino che mi ha salvato dal dire “vado a fare un altro lavoro perché qui non si mangia”,

La chiacchierata è continuata poi citando il periodo a Mai dire gol con la Gialappa’s (“con loro c’era molta libertà” creativa), all’ideazione dei personaggi storici come Rezzonico, Rolando e il cult Ajeje Brazof (“Che diventasse un nome così popolare ci ha un po’ sorpreso”), al primo incontro con Giovanni Storti (“L’ho conosciuto che eravamo quindicenni, siamo stati sempre assieme, in qualche modo l’ho sempre considerato un fratello maggiore”) e Giacomo Poretti (“Era capo animatore in un villaggio turistico dove con Giovanni facevamo spettacolini, la nostra amicizia è iniziata lì”).