Scavando nella cantina di casa, si possono trovare oggetti obsoleti che ora sono diventati dei veri oggetti preziosi

Questo è quanto successo a un uomo di Seattle, Washington, il quale ha raggiunto un banco dei pegni specializzato nella compravendita di vecchi videogiochi per offrirgli una borsa piena di cartucce per NES (Nintendo Entertainment System), la prima e storica console di Nintendo.




Ciò che l’uomo non sapeva è che tra decine di giochi privi di valore, era nascosta anche una cartuccia rarissima del valore di 13mila dollari.

L’uomo raggiunge il negozio Pink Gorilla Games, specializzato nel retrogame, per rivendere una borsa piena di decine di cartucce per NES. “È la borsa con i giochi NES più noiosi che tu possa immaginare”, avrebbe riferito l’uomo a Cody Spencer, uno dei proprietari dell’azienda. Spencer ha confidato di essere davvero annoiato dalla selezione di videogiochi proposta dall’uomo, o almeno fino al momento di arrivare al fondo della borsa.




Uno degli ultimi videogiochi proposti dal 30enne, infatti, era un pezzo di storia del NES: Nintendo World Championships 1990, uno dei giochi più rari e ricercati tra gli appassionati di collezionismo e retrogaming. Dopo averne valutato l’autenticità della cartuccia e confermato l’identità del venditore, Spencer ha proposto all’uomo una cifra assurda: 13mila dollari per acquistarla immediatamente. Inutile sottolineare che per l’uomo, ignaro del reale valore di ciò che stringeva tra le mani, si trattava di un’offerta da prendere al volo.

“Avremmo potuto acquistare la cartuccia per venti dollari, o persino un dollaro! Non aveva la minima idea del suo valore”,




ha commentato Spencer in un’intervista ad Ars Technica. Il proprietario di Pink Gorilla Games ha preferito agire con estrema correttezza, pagando all’uomo una cifra importante per l’acquisto di Nintendo World Championships 1990. Spencer era sicuro del suo investimento, e in meno di 24 ore ha venduto la cartuccia a un uomo che ha preferito restare nell’anonimato e ha chiesto all’azienda americana di non rivelare la cifra d’acquisto, che ipotizziamo possa essere decisamente elevata.