Nel cassetto dei ricordi di Antonella Elia c’è una televisione unica ed irripetibile che ormai non esiste più. In un’intervista a “FQMagazine”, la showgirl ripercorre gli anni ’90 e il vanto di aver lavorato con i “tre tenori della tv italiana”, Corrado, Vianello e Bongiorno:

“Corrado è stato per me un padre artistico e umano. Mi ha amata, mi ha dato consigli, non mi sono mai sentita abbandonata da lui. L’ho vissuto come una figura che mi proteggeva. Ancora oggi ho bisogno di persone così, che mi di diano fiducia, stima e la protezione che non ho avuto da piccola”.

Per quanto riguarda, invece, Mike Bongiorno, da molti considerato difficile, la Elia non ha dubbi:

“Con me era diverso, mi trattava come la figlia, mi voleva bene. Mi ricordo una volta a Vienna, per il Premio Mozart: mi portava in giro per i mercatini di Natale o a mangiare la Sacher. Era molto paterno con me. Si arrabbiò con me solo quando lasciai ‘La ruota della fortuna’ per andare a fare il musical La bella e la bestia: ‘Tra cinque mesi, quando finisci, torni qui. Ti aspetto’. Invece Lele Mora, all’epoca mio agente, mi obbligò ad andare a TMC: Mediaset strappò il contratto e Mike si arrabbiò tantissimo. Colpa mia che faccio sempre casini e colpa di Mora che pensava solo ai soldi”.

Su Gianni Boncompagni che la scelse per Non è la Rai, racconta:

“Lavorai un anno con lui. Era gentile, sarcastico, amava prendere in giro le persone e le situazioni. Non ci fu mai grande confidenza tra di noi. Quella era una trasmissione geniale e perfetta e quando ne rivedo dei pezzi quella schiettezza mi fa tenerezza. Non c’era nulla di sporco. Dove stava il lolitismo? Nei pantaloncini che indossavamo sotto la minigonna? Ora in tv si vede ben di peggio”.