l film “Armageddon”, nonostante i dubbi scientifici e il clima sul set non del tutto pacifico, è stato un successo enorme, tanto che in molti ricordano la pellicola adesso che compie vent’anni: è uscito nelle sale americane il primo luglio 1998, approdando in Italia il 4 settembre.

Armageddon – Giudizio finale è costato 140 milioni di dollari e ne ha incassati globalmente 553, diventando il maggior incasso del 1998.

La NASA, per la prima volta nella sua storia, ha collaborato attivamente alla realizzazione del film, consentendo riprese all’interno della propria sede, in particolare nella piscina dove avviene l’addestramento degli astronauti e sulla piattaforma di lancio dismessa dopo la tragedia dell’Apollo 1.




Nonostante la collaborazione dell’ente aerospaziale, comunque, nel film si possono riscontrare numerosi errori scientifici.

Nel primo week-end di apertura statunitense il film incassa $ 36.089.972. In tutto in patria guadagna $ 201.578.182 (equivalente al 36.4% dell’incasso globale), mentre nel resto del mondo $ 352.131.606, per un incasso globale di $ 553.709.788. È il film di maggiore incasso assoluto del 1998




La colonna sonora del film è stata pubblicata con titolo omonimo nel 1998. Fra i vari brani, essa contiene I Don’t Want to Miss a Thing, pubblicato contemporaneamente come singolo e divenuto uno dei brani più famosi degli Aerosmith.

Anche i brani strumentali, composti da Trevor Rabin (autore di Theme from Armageddon, presente nel primo album), sono stati pubblicati in un album, intitolato Armageddon – The Score.




Dopo aver valutato anche Sean Connery, Bay sceglie Willis perché preferisce che il protagonista sia più giovane. Tra il regista e l’attore però non sembra essere andato tutto liscio. Nel 2007 è in programma la lavorazione di “Live Free Or Die Hard”. Si vocifera di una possibile regia di Bay. Ma Willis (che della serie Die Hard è protagonista) afferma che “non lavorerà mai più con lui”, anche perché “un regista che urla non rende il set piacevole”. Bay risponde, dicendo di aver “amato lavorare con Bruce”. Poco prima, racconta, si erano incontrati e abbracciati, discutendo anche di una futura collaborazione. Il regista ha quindi definito “triste” l’accusa di Willis, perché “non è stato abbastanza uomo da dirgli in faccia” ciò che pensava.