“Roadrunner: A Film About Anthony Bourdain”, documentario che racconta appunto la vita, l’ascesa e purtroppo il triste declino del noto chef Anthony Bourdain, soffermandosi in particolare sui motivi della sua morte (si suicidò 3 anni fa), sta creando molto scalpore. Ciò che principalmente colpisce nel lavoro del regista premio Oscar Morgan Neville, in uscita il 16 luglio nelle sale cinematografiche americane, è l’importanza data alla relazione di Bourdain con Asia Argento come una delle cause che avrebbero portato lo chef al suicidio, avvenuto l’8 giugno del 2018 in un hotel di Kaysersberg Vignole in Alsazia.

Affrontando uno scandalo emerso alcuni giorni prima della morte di Bourdain, secondo cui la Argento era coinvolta in un’altra storia d’amore al di fuori della sua relazione, il documentario sembra suggerire, come riportato da alcune recensioni americane, che nel suicidio di Bourdain abbia avuto un ruolo la storia d’amore e il tradimento di Asia Argento. Come riportato da “Dagospia”, Neville, intervistato da Il Journal, risponde in questo modo alla domanda che riguarda Asia Argento e sul perchè sia poco presente nel documentario: “Ho sentito di non voler approfondire di un centimetro il suo rapporto con Asia perché era un argomento difficile. Si potrebbe fare un intero film sull’argomento ma non era il film che volevo fare. Non sto dicendo che sia stata lei a causare il suo suicidio. Stavo semplicemente cercando di dipingere un quadro, credo accuratamente, dei diversi fattori che stavano accadendo nella sua vita, e ce n’erano molti. L’impressione che ho di lui nell’ultimo anno era che fosse molto più maniacale e molto più depresso.”

Intanto Steve Kenis, l’agente di Asia Argento a Londra, ha rifiutato di commentare, e i suoi agenti in Italia e a Parigi non hanno risposto alle richieste di interviste.