Nato nel 1929 su una striscia a fumetti il personaggio di Popeye – Braccio di ferro ha raggiunto un successo inarrestabile che ad oggi, a quasi un secolo dalla sua comparsa, non sembra conoscere sosta. Il marinaio con la pipa in bocca, la svampita Olivia e il tirannico Bluto continuano ora come allora a far ridere generazioni di bambini grazie ai numerosi episodi dell’omonima serie animata. Purtroppo in pochi sanno che ci fu un film girato con gli attori in carne ed ossa.

Il film

Siamo nel 1980, Robert Altman decide di realizzare questa pellicola chiamando un cast di tutto rispetto, partendo proprio dal protagonista: un Robin Williams alla sua prima apparizione da protagonista sul grande schermo.
La trama racconta di Sweethaven, una piccola cittadina affacciata sul mare, che ospita una comunità placida e sottomessa alla tirannia di un Commodoro invisibile e del suo troppo visibile braccio destro Bluto. Vi giunge inaspettatamente l’elemento esterno che smuoverà le acque: Popeye (Robin Williams), marinaio dall’aspetto strambo e dai modi gentili, alla ricerca di un padre perduto. L’incontro con Olivia lo condurrà forse a mettere finalmente radici. Nota; Olivia era interpretata da Shelley Duvall, famosa per essere la co-protagonista in Shining. Partiamo parlando di uno degli elementi più riusciti, ovvero la scenografia. Il film è stato girato nei pressi di Melleha, a Malta, dove il villaggio costruito per l’occasione non è stato abbattuto al termine della lavorazione, ma è diventato una meta turistica chiamata Popeye Village. Quel villaggio rimarrà impresso allo spettatore, con quelle viette, quei colori e quel mare cosi splendente.

Un flop

Ora: perchè il film non è riuscito a sfondare? Al tempo fu un clamoroso insuccesso di pubblico e di critica, tanto da venir spesso ricordato con fin troppa acidità. Probabilmente non piacque al pubblico per colpa dello scarso fascino esercitato in quegli anni dalla figura di ‘Braccio di Ferro’, percepito come storico e iconico si, ma sicuramente anche datato e stantio. Qui in Italia poi venne maltrattato ulteriormente con un doppiaggio scadente ed un taglio di 20 minuti. A noi questa cosa non va giù.

Ovviamente non stiamo dicendo che il film sia un capolavoro, ma che subì un trattamento poco corrispondente al reale valore oggettivo. Robin Williams è quasi perfetto nel ruolo, i personaggi sono identici sotto ogni aspetto alla controparte cartacea, e ci sono momenti divertenti. Il regista giostra con assodata furbizia l’improbabile gioco a tre dei protagonisti storici rispecchiando con una “fedeltà originale” le atmosfere del fumetto e del cartoon, con tanto di finale roboante nel quale Braccio di ferro, a stomaco pieno di spinaci, affronterà addirittura un’enorme piovra. L’intera operazione fa inoltre affidamento su un casting azzeccato, e se Shelley Duvallè una perfetta Olivia, la performance di Robin Williams cattura appieno, tra tic e uno slang del tutto unico, l’immortale carisma del personaggio.Cosa volevate di più da un film su Braccio di Ferro? In alcune scene, il film ironizza addirittura sul Big Crash ambientando la vicenda in un periodo storico ben definito, quasi lo stesso in cui Elzie Segar inventò i suoi personaggi nella realtà. Insomma, noi siamo dalla parte del film, sperando che un giorno venga riconsiderato a dovere e non paragonato al film di Super Mario Bros con Bob Hoskins: su quello si che c’è da parlarne.

 Un paio di chicche prima di lasciarvi: gli avambracci finti di Robin Williams non erano pronti quando sono iniziate le riprese, quindi nelle prime scene girate, Braccio di Ferro indossa un impermeabile a maniche lunghe per nascondere le sue braccia di dimensioni normali. E poi, durante la scena in cui Pappy lancia a Braccio di Ferro la lattina di spinaci, Ray Walston ha colpito Robin Williams alla testa così forte da fargli mettere diversi punti di sutura al cuoio capelluto ritardando le riprese per diverse settimane.