Ospite nel salotto di Mara Venier, Lory Del Santo ripercorre le tappe della sua carriera e della sua vita. Al centro del suo racconto a “Domenica In” la perdita dei suoi due figli:

“Io vedo tutto come un film e mi è capitato di tutto. Chi mi ha aiutato? Sicuramente non l’ha fatto la mia famiglia. Io avevo capito che mio figlio Loren (morto suicida nel 2018) avesse un problema, ma nessuno mi ha mai suggerito qualcosa. I padri non ci sono stati, mentre io le ho pensate tutte. Come sono sopravvissuta? All’inizio non riuscivo a stare in piedi. Stavo sdraiata a terra per giorni. Poi mi sono detta: starò sdraiata per tutta la vita? No. Quando ti alzi una volta, poi sei capace di farlo di nuovo”.

Lory Del Santo ha avuto un’infanzia segnata dal dolore della madre per la perdita del marito a soli 25 anni, una tragedia che ha condizionato il rapporto con le figlie:

“Io non sono mai stata una vittima del destino, quando nasci in una famiglia particolare devi solo capire quello che sta succedendo. Mia mamma non mi credeva mai, anzi quando dicevo la verità mi picchiava. Ho pensato che il modo giusto per vivere sereni fosse quindi dire una bugia. Io non ho mai avuto una bambola da piccola. A Natale ricevevo come regalo un mandarino. Mia mamma era povera ma ho imparato ad essere felice con poco”.

E il capitolo doloso con Eric Clapton:

“Lui mi diceva ‘ti amo, voglio un figlio’, lo volevo, c’era questo entusiasmo… mi sono trasferita a Londra. È sparito per sei mesi, poi mi ha chiamato il suo agente, ‘dimmi quanto vuoi così ti liberi…’, non ho mai fatto cose per denaro, quando questo mi ha detto ‘quanto vuoi’, uno ci pensa… ma gli ho detto ‘vedi questo numero dimenticalo’, si chiamava Roger, lo dico perché non è stato molto onesto… poi Eric mi ha scritto una lettera verso i sei mesi, meravigliosa, mi chiedeva come stava il bambino, voleva venire a trovarmi, siamo stati assieme, gli ho detto che lo pensavo sempre, prima di dormire, lo pensavo sempre… in verità era venuto per prendere la lettera, era la prova che era il fatto che lui parlava del bambino, c’era la prova del bambino”.