Dopo il grande successo dell’intervista rilasciata a Francesca Fagnani a “Belve”, Carla Bruni, dalle pagine di “Repubblica” racconta:

È bravissima, vitale, mi incuriosiva, sono andata per lei. Non vado in tv, ho paura e non mi piace riguardarmi. Una volta un’amica mi ha detto: ‘Dai riguarda quando sei stata ospite da David Letterman’. Non so se sia un problema di narcisismo, ma mi faccio schifo, divento scema, comincio a giudicarmi: ‘Che aria stupida, ma come ti sei vestita?’. Sono talmente separata dalla mia immagine”.

Un’affermazione molto particolare per chi, come lei, ha fatto la modella di professione:

“Ma quello è il punto. Quando la metti liscia, una foto di Richard Avedon, va bene. Ma in tv non mi riconosco: una parla, si muove, cambia. Quando mi rivedo mi scoraggio. La battuta spiritosa che volevi dire ti viene sempre il giorno dopo”

Nell’intervista la Bruni affronta anche il tema della malattia, della quale racconta:

Prima ho avuto paura, terrore direi, quasi un assaggio della propria morte. Abbiamo tanti assaggi terribili della morte altrui, ma la tua è diverso. Poi invece mi ha aperto lo spirito, l’anima, non so come spiegare, mi ha aperto un mondo sconosciuto: essere nella gratitudine del momento e continuare. Aiuta molto pensare che ‘la vita è solo adesso’. La malattia mi ha insegnato che noi esseri umani non abbiamo la libertà di scegliere, siamo solo liberi di scegliere come prendere le cose che succedono. Un incidente, un lutto, anche la povertà, come le malattie gravi, succedono. Non sono una scelta, ma possiamo decidere come affrontarli”