Claudio Cecchetto

Negli anni Claudio Cecchetto è stato un dj, un conduttore radiofonico, ha fondato e trasformato emittenti radio (Radio Deejay e Radio Capital) e tv (Deejay Television), ha condotto vari programmi televisivi musicali, da Discoring al Festivalbar passando per il Festival di Sanremo ed è stato un prolificissimo talent scout di artisti musicali, televisivi e cinematografici diventati famosissimi: da Gerry Scotti a Jovanotti, da Fiorello ad Amadeus, dagli 883 e Max Pezzali fino a Sabrina Salerno, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni e molti altri ancora.

Il brano

A febbraio del 1981 usciva il “Gioca Jouer”, uno dei dischi più amati ed ascoltati da intere generazioni, ancora oggi sinonimo di allegria e divertimento. Gioca jouer  interpretato proprio da Cecchetto, autore del testo, la musica è stata scritta da Claudio Simonetti. Ballo di gruppo di notevole successo, presenta un testo molto semplice che indica le mosse da eseguire. È stato anche la sigla del Festival di Sanremo 1981, presentato dallo stesso Cecchetto con Eleonora Vallone. Il testo è stato scritto nel 1981 da Claudio Cecchetto, mentre la musica da Claudio Simonetti, al quale Cecchetto chiese “un brano nello stile di Whatever You Want degli Status Quo”. Il singolo è stato arrangiato e prodotto da Claudio Simonetti e Giancarlo Meo, e registrato e mixato da Marco Covaccioli allo studio 5A di Roma sempre nel 1981. Il brano, nato da un’idea di Cecchetto, deve la sua fortuna anche al fatto che diventò sigla del Festival di Sanremo del 1981, presentato dallo stesso Cecchetto. Il 45 giri vendette 500 000 copie nel primo trimestre dalla sua uscita.

Come è nato

Raccontò lo stesso Cecchetto: “All’epoca facevo un programma con Pippo Franco che si chiamava ‘Scacco Matto’ e aveva una sigla in cui ballavo. La riguardavo da casa con un amico, perché i programmi all’epoca erano registrati, e lui mi spiazzò dicendomi: ‘Ma non ti vergogni a ballare?’. Quella frase mi fece pensare molto. In effetti un pochino mi vergognavo, però mentre ballavo mi divertivo i molto a seguire i comandi che mi dava il coreografo per ricordarmi i passi. Sempre questo mio amico, mi disse che era una consuetudine fare questo tipo di balletti nei villaggi vacanza e visto che come ogni dj il mio desiderio era quello di realizzare un disco, mi sono detto: “quasi, quasi lo faccio”. Avevo però un problema, il fatto che ero stonato e quindi mi è venuta l’idea di creare questa formula, che anche se c’è la musica non è una canzone, ma quasi un gioco. Ed è stato proprio questo, secondo me, il motivo per cui sta funzionando ancora oggi. Certo devo dire anche grazie alle maestre d’asilo che immancabilmente lo propongono. Lo trovano anche abbastanza facile da realizzare con i bambini, avendo le istruzioni ‘allegate”

E poi ha aggiunto specificato:

Ci ho messo un mese a definire una cosa come Gioca Jouer, a trovare le mosse giuste, metterle in sequenza per renderle più ballabili, e per aggiungerci anche quel qualcosa di ulteriormente divertente, tipo le mosse sexy. “Baciare” la consideriamo una mossa romantica, ma ci sono “clacson” e “campana”, una dietro l’altra che hanno evidenti rifermenti più erotici, diciamo, le ho messe perché sapevo che se non l’avessi fatto mi avrebbero detto: hey, ma non hai messo nulla di un po’ pruriginoso, frizzantino!

Fonti: esquire.com, ilgiornale.it