Il tribunale monocratico di Roma ha assolto le quattro persone finite sotto processo per il ferimento di un concorrente della trasmissione «Ciao Darwin», il 17 aprile del 2019.  Il giudice li ha assolti con la formula «perché il fatto non sussiste» nonostante abbia anche una eccezione presentata dai difensori.

Come si legge da Il Messaggero, nel marzo scorso la Procura aveva ottenuto il rinvio a giudizio per le accuse, a seconda delle posizioni, di lesioni personali gravissime e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. In particolare il gup aveva mandato a processo Sandro Costa e Massimo Porta, entrambi di Rti, Massimiliano Martinelli, dirigente della società che si è occupata dell’attrezzatura, difeso in giudizio dagli avvocati Paolo Stella e Mattia Aprea, e Giuliano Giovannotti della società che aveva il compito di selezionare i concorrenti della trasmissione. Nel capo di imputazione il pm ricostruisce quanto avvenuto quel giorno di tre anni fa. L’incidente avvenne nel corso della prova detta dei «cilindroni».

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Come riporta invece Il Corriere,  «La sofferenza che stiamo affrontando non viene cancellata dalla fine di un processo. È un calvario che viviamo ogni giorno. Però non c’è alcuna amarezza per l’esito del processo. Una condanna o un’assoluzione non riportano indietro le lancette del tempo. La vendetta non ha mai sfiorato i nostri pensieri – dice la famiglia Marchetti, rappresentata dagli avvocati Giovanni Ciano e Federica Magnanti -. L’intento di Gabriele, e in generale di tutta la famiglia, non è mai stato di vedere la gente finire dietro le sbarre. Infatti, abbiamo appena ritirato la querela. Eravamo pertanto consapevoli che il giudice avrebbe potuto assolvere tutti. La nostra intenzione è stata fin dal principio colpire le società: sensibilizzale affinché si applichi la normativa sulla sicurezza per prevenire infortuni nei luoghi di lavoro, ma anche negli spazi ludici».