L’idea di questo film, incentrato su una piccola comunità di nomadi rapinatori del Gloucestershire, nel Sud dell’Inghilterra, è nata da un articolo di giornale che parlava di una famiglia molto simile, accusata della maggior parte dei crimini di una contea inglese vicina.

Prendendo spunto proprio da questa fatti, “Codice criminale” trasforma lo spunto veritiero in una storia romanzata, che ha come protagonisti i Cutler, una famiglia di nomadi che vivono accatastati in alcune roulotte, che non hanno alcuna legge e vivono di rapine, corse d’auto e inseguimenti con la polizia. Attenzione però: come già successo molte volte, il titolo tradotto in italiano risulta piuttosto ingannevole: dal titolo inglese Trespass Against Us, ovvero una citazione del Padre Nostro a Codice criminale c’è stato un bel salto. Non siamo di fronte ad un film ‘gangster’, fatto di sparatorie e malavita, bensì ad un film incentrato sulle tradizioni familiari e sul rapporto tra padre (Brendan Gleeson) e figlio (Micheal Fassbender). Il primo, Colby, è un criminale da generazioni, vuole tenere stretta la famiglia e creare unione attraverso continui furti, mentre il figlio Chad è tormentato dal rispetto che nutre verso il padre e il desiderio di dare una vita migliore alla moglie e ai loro due bambini.

Sicuramente grazie alla qualità degli attori, il film si mantiene su un livello buono, anche se la storia non è così accattivante e adrenalinica come ci si poteva aspettare. Diciamo che manca quel mix perfetto tra drama e crime che invece abbiamo visto superiore in altri film, come Drive o Come un Tuono. Anche dalla colonna sonora ci si aspettava di più, dato che i pezzi dei The Chemical Brothers non sono stati sfruttati a dovere, ma presenti giusto qualche secondo durante le scene (apprezzabili però) degli inseguimenti con la polizia, resi particolari dall’ambientazione paesaggistica inglese.

Concludendo, buona drammaticità, buona suspense e buona storia. Tutto buono, ma non ottimo.