Cristina D’Avena festeggia 40 anni di carriera tra musica e TV. Era infatti il 1982 quando Cristina, all’epoca 18enne, incideva la sua prima sigla di un cartone animato, “Bambino Pinocchio”. TV Sorrisi e Canzoni l’ha omaggiata con un Telegatto nuovo di zecca, per celebrare una carriera strepitosa, con oltre 7 milioni di dischi venduti, che ha regalato tanta gioia a generazioni di bambini.

Quelle di cui ti chiedono sempre il bis ai concerti?
«Se non faccio i Puffi (“Noi puffi siam così”, ndr) non se ne vanno (ride)! I più grandi mi chiedono anche “Occhi di gatto”, “Mila e Shiro due cuori nella pallavolo”, “Kiss me Licia” e, ultimamente, “Tutta d’un fiato”, la nuova sigla di “Capitan Tsubasa” (il titolo originale di “Holly e Benji” degli Anni 80, ndr). I più piccoli vogliono “Doraemon” e “Siamo fatti così”».

Quando i genitori cresciuti con le tue sigle vengono coi figli nei passeggini ai tuoi spettacoli che cosa pensi?
«Che sono un pubblico pulito, onesto, buono».

I fan cosa ti dicono?
«Mi dicono sempre la stessa cosa: “Cristina, tu SEI la mia infanzia”. E io ci rifletto tutte le volte, su questa frase. Non dicono: “Sei parte della mia infanzia”, ma: “Sei la mia infanzia”. Vuol dire proprio essere entrati dentro l’anima delle persone».

Tu hai avuto un’infanzia da cartone animato? Come passavi i pomeriggi dopo la scuola?
«Facevo i compiti e poi guardavo la tv. Impazzivo per “Happy Days”, ero innamorata di Fonzie. Giocavo molto con le perline. Le mie amiche mi commissionavano i gioielli. Se vedevano una collana addosso a me, la volevano pure loro. Gli orecchini con le foglioline erano richiestissimi. Ero brava anche con il punto croce e ricamavo gli asciugamani».