Intervenuto come ospite a “Uno Mattina Estate”, Enzo De Caro, si è espresso sul tempo che passa:

Quando mi rivedo ogni tanto mi chiedo come mi sia venuto in testa di farlo, ma questo lavoro ci permette di cambiare pelle, il gusto della ricerca, di cercare cose nuove e fino a che si può è molto interessante. Quello che è stato è stato, uno lo benedice, dice grazie e si va avanti”.

Per quanto riguarda la scelta di fare l’attore ammette:

Non sapevo che avrei fatto l’attore, ho avuto solo la fortuna di incontrare dei compagni strada e appartengo ad una generazione il cui obiettivo era successo e popolarità, la cosa importante era cercare di comunicare, cercare cose nuove e voler cambiare il mondo, e noi volevamo cambiarlo con teatro, era molto bello, poi avevo in squadra dei top player come Massimo Troisi”.

Enzo De Caro ha proseguito parlando di Massimo Troisi e Pino Daniele:

Ho iniziato nella musica, ho incontrato Massimo per scrivere canzoni e per me è uno dei grandi poeti del ‘900. Aspiravamo ad essere Mogol e Battisti di San Giorgio a Cremano poi le cose sono andate diversamente. Pino Daniele era il mio compagno della musica, era già Pino quando il mondo non lo capiva, noi invece avevamo perfettamente la coscienza della grandezza di questo ragazzo, che da giovane si guardava intorno e parlava dei vecchi, aveva capito la forza di guardare indietro per guardare avanti. Lui ha raccontato i vecchi come testimonianza del passato per capire e andare avanti. Con tutto il rispetto nella musica c’è stato un AP e un DP, avanti Pino e dopo Pino. Mi emoziona rivederlo, la sua musica ha messo in ombra la sua poetica. Lui è stato unitario, se vai a Napoli oggi si canta Pino, lui ha messo d’accordo tre generazioni di napoletani”.