Fabrizio Corona tornerà in carcere. Dopo l’udienza di lunedì scorso nella quale Corona aveva chiesto ai giudici di non farlo tornare “all’inferno”, ossia in carcere, il collegio ha accolto la richiesta del sostituto pg Lamanna di revocare il differimento pena in detenzione domiciliare per l’ex ‘re dei paparazzi’ per una serie di violazioni delle prescrizioni, tra cui le comparsate in tv e l’uso dei social network, da cui sono scaturite denunce a suo carico per diffamazione e minacce.

 Lo stesso giudice Marina Corti, che presiedeva anche il collegio della Sorveglianza, aveva già proposto la revoca del differimento pena che gli era stato concesso nel dicembre 2019 per una “patologia psichiatrica”. 

Appena appresa la notizia, Corona è scoppiato dalla rabbia, pubblicando su Instagram un video con il volto sporco di sangue in cui attacca i magistrati, in particolare Marina Corti e il sostituto pg Antonio Lamanna, minacciando di togliersi la vita. Un video in cui si vedevano macchie di sangue, per questo prontamente rimosso poi dai social.

“Questo è solo l’inizio, dottoressa Corti, signor Lamanna questo è solo l’inizio. Quant’è vero Iddio sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Vergogna. Chiedo, se no mi taglio veramente la vita, che venga il presidente del Tribunale di Sorveglianza, che guardi gli atti il presidente”.

Nella sua abitazione sono intervenuti i soccorritori del 118 e gli agenti della Questura di supporto. Da lì, altro panico. Fabrizio Corona ha perso la testa con i poliziotti che dovevano scortarlo in ospedale – per le medicazioni dopo il tentato suicidio – e poi in carcere. Il video delle sue urla e del suo divincolarsi ha fatto il giro del web e scatenato la reazione della sua ex compagna Asia Argento, la quale si è rivolta ai suoi fan con un vero e proprio appello ed un hashtag #giustiziaperfabrizio, affinché tutti si uniscano alla sua lotta mediatica:

Quest’uomo non è un assassino, uno stupratore, un mafioso, uno spacciatore, un criminale. Ha sicuramente fatto un sacco di cazzate nella vita, ma ora, a 46 anni, nonostante ne abbia già scontati più di 6 in carcere, è un cittadino reinserito, che lavora e dà da lavorare, che paga le tasse, è un padre, un figlio, un fratello ed un amico che si rende conto dei suoi errori per i quali ha chiesto scusa ai magistrati, davanti a tutti. Ma non gli viene perdonato proprio quel disturbo bipolare e narcisistico della personalità che gli è stato diagnosticato dai medici stessi dello stato, sotto i quali era in cura. Ora ditemi voi come potrà quest’uomo apparentemente smargiasso ma profondamente fragile, passare incolume altri due anni e mezzo in carcere, io non conosco nessuno che sia uscito “riabilitato” dopo una lunga prigionia. Fare di Corona un caso esemplare solo perché è un personaggio pubblico è una roba da medioevo. Ma l’Italia non è un paese di lobotomizzati.

 

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