In onda stasera su IRIS ecco le curiosità del film cult Fantozzi.

Già nel 1971, dopo l’uscita del primo libro, la Rizzoli e Villaggio avevano deciso di trasportare sul grande schermo la maschera di Fantozzi; come regista era stato originariamente contattato Salvatore Samperi. Il progetto tuttavia si arenò, finché il successo del secondo libro non convinse a resuscitare l’idea. Nel luglio 1974 fu annunciato l’inizio della produzione, con Luciano Salce a sostituire Samperi alla regia.

 

Contestualmente al nuovo regista furono scelti anche gli sceneggiatori, ovvero Leo Benvenuti e Piero De Bernardi ad affiancare gli stessi Villaggio e Salce. Il 6 agosto Villaggio annunciò che si sarebbe a breve trasferito in Sardegna fino a metà ottobre per mettere a punto la sceneggiatura.

 

La sceneggiatura utilizza i racconti di Villaggio in vari modi; se alcuni di essi vengono adattati molto fedelmente (è il caso ad esempio di “Una partita di biliardo”), altri presentano invece fondamentali modifiche o vengono usati solo come traccia. La differenza più evidente con le fonti letterarie è tuttavia la sostituzione del personaggio di Giandomenico Fracchia (anch’egli interpretato in TV dallo stesso Villaggio) con quello del ragionier Filini. Nei racconti d’origine, infatti, Filini è solo uno dei tanti colleghi “minori” di Fantozzi, mentre il compagno di sventure del ragioniere è sempre Fracchia.

Altra importante differenza sono dai paesi di ambientazione. Nelle fonti letterarie, Fantozzi vive e lavora a Genova, mentre il racconto “Un errore clamoroso: una vacanza a Cortina d’Ampezzo” è ambientato appunto a Cortina. Il film invece è ambientato principalmente a Roma, mentre la vacanza di Fantozzi con la Silvani e Calboni avviene a Courmayeur.

Circa la scelta dell’interprete di Ugo Fantozzi, per decenni è sopravvissuta la leggenda secondo cui, inizialmente, erano stati contattati attori già famosi presso il grande pubblico quali Ugo Tognazzi e l’allora emergente Renato Pozzetto, prima di assegnare la parte al suo inventore Paolo Villaggio, al tempo ancora poco noto in ambito cinematografico; una versione dei fatti a lungo avallata in prima persona dallo stesso Villaggio, ma infine smentita dall’attore e motivata con il mero intento di aumentare l’interesse attorno al progetto e al suo interprete principale.

 

Per dare un volto ai comprimari del travet la produzione era da principio indirizzata verso interpreti all’epoca già affermati: tuttavia, causa il timore che nomi di primo piano potessero in qualche modo, attraverso la loro fama, snaturare i tratti originari dei personaggi, in fase di sceneggiatura Villaggio, Salce, Benvenuti e De Bernardi optarono per un gruppo di interpreti interamente composto da caratteristi o attori minori. Tra i nomi inizialmente previsti vi era anche Susanna Martinková, in un ruolo imprecisato.

 

Le riprese iniziarono a Roma a metà ottobre del 1974. Come location degli esterni furono usati in gran parte vari luoghi dell’allora provincia di Roma in cui le scene si svolgono, con alcune eccezioni. Per la Megaditta fu usato il palazzo della Regione Lazio, alla Garbatella, oscurandone le insegne. Gli esterni del condominio di Fantozzi furono in realtà girati presso due diversi edifici: uno in viale Castrense, dove inizia la Tangenziale Est, e uno situato nel Gianicolense. Gli interni della villa di Catellani furono girati nella Villa dell’Olgiata, mentre il ristorante giapponese è un set costruito nella Villa Monte Mario in via Trionfale. A gennaio le riprese si spostarono a Courmayeur per le scene che si svolgono nella località valdostana.