Francesco Sarcina è stato intervistato da Fq Magazine e come riportato da Il Fatto Quotidiano e ha anticipato anche qualche contenuto del suo nuovo libro “Nel Mezzo” (edito da Sperling&Kupfer).

Ecco un piccolo estratto sulla sua dipendenza dalle droghe:

“La cocaina è una polvere morbida e sottile e se ne vola via in un soffio. Ti sale dentro come un sussurro e prima di farsi sentire ti anestetizza tutto. Diverse sostanze fanno un effetto differente ma c’è un comune denominatore: la fragilità. L’essere fragile nasce dentro di te ed è un qualcosa che in qualche modo non sai colmare né mettere a tacere. Ho fatto una analisi chirurgica del mio uso delle droghe perché oggi sono contento di essere riuscito a liberarmene. Oggi è molto più complicato essere sinceri. Mi sono massacrato di alcol e di droghe perché tutto sommato lottavo contro qualcosa. Non mi sento di colpevolizzare nessuno per le scelte che ho fatto. La cosa certa è che non avrei dovuto fare uso di certe sostanze perché non si è lucidi e alla fine è solo pura sopravvivenza. Sono un sopravvissuto”

Poi invece un aneddoto sul suo rapporto con il padre:

“C’era una gara conflittuale tra noi. Quando ho realizzato il mio sogno sapevo che era orgoglioso di me. Purtroppo è stato colto da un ictus, ho cercato di dargli tutto quello che potevo, di fornirgli assistenza. Lui però aveva un sorriso amaro, non si poteva godere la vita. Una volta l’ho portato ad un mio concerto e l’ho messo sotto il palco. Non se la stava godendo come avrebbe voluto, non avrebbe potuto. Era lì con un mezzo sorriso e penso di aver anche cantato male quella sera. Mi immaginavo come sarebbe stato se fosse stato nel pieno della sua forma. Si sarebbe ringalluzzito con i suoi amici, sarebbe venuto dietro al palco a rompermi le palle. Ne sono sicuro. Non avrebbe perso occasione per criticarmi (ride; ndr). Poi non ce l’ha fatta più. Ho disperso le sue ceneri in mare”.

FONTE ILFATTOQUOTIDIANO