Frankenstein Junior (Young Frankenstein in titolo originale) è un film del 1974 diretto da Mel Brooks, nato da un’idea di Gene Wilder, il quale, oltre ad essere uno degli attori protagonisti, ha anche scritto la sceneggiatura, coadiuvato dal regista.

Il film si è ritagliato una parte importante nella lista dei cult della storia del cinema, grazie a delle gag indimenticabili che fanno ridere anche a distanza di 40 anni. Le vicende del Dottor Frederick von Frankenstein e del suo strambo gruppo, composto da Igor, Inga, Frau Blücher e la Creatura, hanno avuto un enorme successo nel nostro paese, dovuto non solo alla bravura degli attori e alla sceneggiatura del film, ma soprattutto grazie allo straordinario lavoro eseguito in ambito di adattamento e di doppiaggio.

Il doppiaggio italiano: il genio di Mario Maldesi 

Mario Cidda, meglio conosciuto con il nome di Mario Maldesi, fu il direttore del doppiaggio e dialoghista che realizzò la versione italiana del film di Mel Brooks. Maldesi subentrò dopo una prima scelta poco convincente, quella di Roberto De Leonardis, il quale aveva eseguito una traduzione del copione troppo letterale, che rendeva male lo spirito del film. A quel punto entrò in scena, non a caso, Mario Maldesi, che aveva già avuto modo di vedere la versione originale in America. Avendo capito fino in fondo le potenzialità comiche di questa pellicola, si impegnò affinché l’umorismo delle gag non venisse distrutto nel passaggio dal testo originale a quello tradotto in italiano.

Ed ecco che Maldesi decise di rimettere le mani sulla sceneggiatura creando dei dialoghi a volte molto diversi, ma decisamente efficaci. La scena che più rispecchia questa sua grande opera di adattamento è ovviamente una delle più note, quella di “Lupululà-Castellululì”. 

“Lupululà-Castellululì: il confronto con l’originale”

In questa scena, collocata più o meno dopo un quarto d’ora dall’inizio del film, vediamo Igor guidare una carrozza verso il castello, con a bordo il dottor Frederick Frankenstein e la sua assistente Inga. Quest’ultima, che parla con un forte accento tedesco, sente dei lupi ululare e, spaventata, si chiede da dove provenga quel terribile suono. 

Nella versione inglese, Inga esclama, con una nota di accento «Werewolf» (lupo mannaro in inglese). Il Dottort Frankenstein risponde allora un po’ esterrefatto «Werewolves??» e a quel punto entra in gioco Igor che, forse giocando sull’assonanza Werewolves-where wolves?, indica una direzione alla sua destra e dice «There». «What?», risponde il professore che non capisce cosa diavolo stia dicendo Igor. «There Wolves! There Castle!».

Tradurre un tale gioco di parole in italiano sarebbe stato pressoché impossibile, dunque Maldesi decide di cambiare le carte in tavola, trasformando il dialogo sul verbo ‘uluare’. Il risultato fu molto apprezzato e viene ritenuto ancora oggi una grande ‘genialata’.

Inga: Werewolves. Lupo ulula…

Frankenstein: Werewolves??  Lupulà??

Igor: There! Là!

Frankenstein: What? Cosa? 

Igor: There… wolf… and There… castle! Lupu… ululà e Castellu… ululì!

Frankenstein: Why are you talking that way? Ma come diavolo parli?

Igor: I thought you wanted to. È lei che ha cominciato. 

Frankestein: No, I don’t want to! No, non è vero! 

Igor: Suit yourself, I’m easy! Non insisto, è lei il padrone!

 

Ecco il video in versione originale:

E qui la versione in italiano: