Oggi, direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia, abbiamo visto Freaks Out e fare tutta questa attesa ne è valsa la pena. Freaks out è uno dei migliori lavori italiani usciti di recente, per coraggio e lungimiranza.

Trama

C’è una guerra sporca che brucia il mondo e i diversi. In quella guerra sporca c’è un circo e dentro al circo quattro freaks che strappano sorrisi all’orrore. Matilde è la ragazza ‘elettrica’, Fulvio l’uomo lupo, Mario il nano calamita, Cencio il ragazzo degli insetti. A guidarli è Israel, artista ebreo e ‘terra promessa’, che ha inventato per loro un destino migliore. Assediati dai nazisti, che hanno occupato Roma e soffocato ogni anelito di libertà, decidono di imbarcarsi per l’America ma inciampano nell’ambizione divorante di Franz, pianista tedesco e direttore artistico del Zirkus Berlin, con troppe dita e poco cuore. Strafatto di etere, Franz vede il futuro e vuole cambiarlo: la Germania non perderà la guerra. A confermarlo sono i suoi deliri, a garantirlo i superpoteri di Matilde, Fulvio, Mario e Cencio. A Franz non resta che scovarli.

Recensione

Freaks out alza l’asticella della qualità, imponendosi per gli effetti speciali messi in campo, più naturali in una produzione statunitense. Ciò non implica alcun tipo di mala caricatura dei grandi film storici o fantastici d’oltreoceano. Mainetti riesce infatti, con rara maestria, a unire i pezzi della sua formazione cinematografica insieme con la storia europea, mettendo in scena un lavoro che difficilmente potrà essere dimenticato. Nei protagonisti scalcagnati del Circo Mezzapiotta insomma, l’instabilità comica delle tante armate Brancaleone della commedia all’italiana, la malinconia dei freak di Tim Burton e la plasticità fumettistica degli X-Men trovano un mirabile ed insperato punto d’incontro, così come nel nazista interpretato da Franz Rogowski si sposano alla perfezione i tratti tipici del mad doctor (anche videoludico: Wolfenstein) e i superpoteri di un tormentato antagonista da cinecomic.

Gli attori scelti per interpretare i personaggi principali, ma anche quelli secondari, sono impeccabili. L’eterogeneità accomuna il cast, che comprende attori come Claudio Santamaria, che torna in un film di Mainetti stavolta nei panni di Fulvio, Giorgio Tirabassi in quelli del vecchio ebreo Israel e Max Mazzotta nella parte del partigiano gobbo. Fra gli attori più giovani e meno noti c’è Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Franz Rogowski e Giancarlo Martini.

Certo, a dirla tutta, la tanta carne sul fuoco si fa sentire, e se accostato ad un altro blockbuster americano potrebbe peccare di confusione. Ma nel nostro campionato, quello italiano, un film così primeggia a mani basse. Sperando che le altre in classifica possano ambire ad essere come lui.