Il prossimo 21 giugno Gigi D’Agostino salirà di nuovo in consolle per un concerto alla Fiera di Rho a Milano. Un ritorno alla musica, dopo una lunga assenza a causa di una grave malattia, dalla quale oggi pare esser guarito. In una nuova intervista a Repubblica, Il Capitano, come lo chiamano tutti, re delle piste da ballo degli anni ’90 grazie a brani come In my mind  e L’amour toujours si è raccontato così:

Perché si fa chiamare “Il Capitano”?

«A un certo punto ho cominciato ad addobbarmi sul palco come un navigante. All’inizio il cappello non era da capitano, direi più da marinaio, poi si è evoluto. Il nome non ha a che fare con il grado e la divisa, ma con l’idea del viaggio: mi piace portare a spasso il pubblico sulla mia nave ritmica».

Il successo è arrivato tardi, prima com’era Gigi D’Agostino?

«All’inizio degli anni Novanta mi sentivo malissimo. Ero isolato, incompreso, senza soldi. Non esistevano posti in cui potessi proporre il mio tipo di musica, le discoteche mi prendevano in prova e dopo poco mi licenziavano, per loro ero poco pop. A Torino mi sono dovuto ingegnare per organizzare piccoli eventi che, fortunatamente per me, sono poi diventati grandi».

Anche la discografia si è accorta di lei.

«I dj delle radio hanno cominciato a chiedere pezzi miei che esistevano solo su acetati per le mie serate. Così nel 1996 la serata Le voyage è diventata una compilation tra progressive, melodie mediterranee, techno, house ed è arrivato il primo contratto discografico».

Intorno alla sua musica c’è sempre stato un certo snobismo, la definivano commerciale, quasi uno stigma…

«È l’ipocrisia che si ripete in tutte le forme d’arte: la musica che si vende è per questo più brutta, di basso livello o di scarsa qualità? Per me esiste solo musica che ti emoziona e musica che invece ti annoia».

“L’amour toujours” e “Bla Bla Bla” hanno avuto successo mondiale.

«Mi meraviglia ogni giorno, è qualcosa di misterioso. Il successo si sogna, chi non lo desidera? Ma un conto è avere il desiderio di far urlare forte ciò che hai dentro e altra cosa è inseguire a tutti i costi il successo: il primo modo ti fa arrivare nelle case della gente, il secondo non lo so».