Ve lo ricordate Giosuè, il bambino di “La Vita è Bella? “. Ve ne avevamo già parlato qualche tempo fa, ma oggi Giorgio Cantarini è tornato alla ribalta per un’intervista che ha rilasciato a Il Messaggero. L’attore, complice la crisi, è tornato in Italia e oggi lavora per un call center che si occupa del tracciamento dei contatti per conto della Asl di Viterbo.

“Per gli artisti è un momento molto difficile, bisogna arrangiarsi. E se ci si riesce dando anche una mano nella battaglia contro il Covid-19, è ancora meglio”

LA CARRIERA

Giorgio Cantarini, nel 1997, esordì nei panni del piccolo Giosuè nel film “La Vita è bella” ad appena 5 anni. Quella sua interpretazione al fianco di Roberto Benigni gli valse lo Young Artist award: è stato il più giovane attore a esserne insignito nonché l’unico in Italia. Successivamente recitò in altre pellicole. Successivamente Cantarini, proprio per inseguire la sua passione, si trasferisce a New York. Poi arriva la pandemia globale: così dagli States torna a Montefiascone, in provincia di Viterbo. Diplomato  E qui che partecipa al bando della Protezione civile alla ricerca di figure professionali per rafforzare l’attività di contact tracing negli uffici della Asl territoriale.  Diplomato al Centro sperimentale di cinematografia a Roma ecco le sue parole:

«I teatri sono chiusi e lavorare sui set in questo momento è alquanto difficile. Insomma, di occasioni intorno al mondo artistico ce ne sono poche, una parte della mia famiglia già è impiegata nella sanità».

Sua madre è un’infermiera professionista e suo fratello anche è un artista (suona nei Dear Jack). Proprio con quest’ultimo ha iniziato il suo nuovo percorso insieme a 10 neo assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa per 35 ore settimanali  sino al prossimo 30 aprile.

“È un lavoro soltanto momentaneo. Ma in questo periodo tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per poter guadagnare qualcosa e così ho fatto anche io. Inoltre – spiega Giorgio – in questo modo sento anche di poter fare qualcosa di utile per gli altri. Sì, ne sono contento: cercherò di dare una mano e fare il meglio che posso”