Ospite del podcast “Tintoria”, Giorgio Panariello ha affrontato approfonditamente la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2006, come conduttore:

“Il mio Sanremo è una me**da. Mi chiamarono a farlo perché venivo dai Torno sabato, che fatto il terzo per me era chiuso. L’anno prima l’aveva fatto Bonolis con grandissimo successo e nessuno voleva fare quel Sanremo là. Baudo non ci pensava minimamente, anche perché non volevano darglielo visto che Paolo lo aveva un po’ rinnovato. Hanno cominciato a farmi una corte incredibile, io non volevo farlo, ma poi ho visto l’assegno… In quel periodo lì non è che navigassi nell’oro”.

E aggiunge:

“Non sapevo che quell’anno lì ci sarebbe stato l’embargo delle case discografiche e delle radio nei confronti delle televisione, per cui non mandavano i cantanti. Io ho fatto Sanremo senza cantanti, o meglio quelli che hanno partecipato non appartenevano alle major. C’erano ottimi cantanti, da Tatangelo a Zarrillo, ma il cast non lo fai con cinque cantanti ottimi, molti erano sconosciuti. Quell’anno ha vinto Povia con “Vorrei avere il becco”

Poi un altro aneddoto:

“Arrivavo lì la mattina in conferenza stampa, davanti a mille giornalisti che mi facevano domande su questo Sanremo, mi infagottavano di parolacce, io tornavo all’Ariston, mi mettevo nel camerino e stavo lì a pensare tre ore cosa avessi detto in conferenza stampa. Dopo Bonolis ci fu un’emorragia di ascolti e il giorno dopo in conferenza stampa la parola più gentile era: Panariello, ma chi ca**o gliel’ha fatto fare a lei di fare Sanremo“.

Ed infine:

“Annalisa Minetti mi accusò di non averla presa perché era cieca. Fosse stato per quel Sanremo là, in televisione io ero finito. Da un insuccesso così non ti riprendi più. Si fa a gara a guardarti col culo per terra. Io scappavo da Striscia La Notizia, finivamo la serata e scappavo via in macchina. Staffelli mi beccò nella cucina dell’albergo, era lì ad aspettarmi”.