Spencer Elden, l’uomo che l’anno scorso aveva denunciato i Nirvana per aver usato una sua foto nudo da neonato sulla copertina dell’iconico album “Nevermind”, ha perso la propria causa in tribunale. Elden aveva fatto causa a quel che resta della band (compresi la vedova di Kurt Cobain, Courtney Love, e Kirk Weddle, il fotografo dell’immagine), affermando che la foto, scattata quando aveva appena quattro mesi, costituiva pornografia infantile e gli aveva provocato, crescendo, “estremo e permanente stress emotivo”.

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I legali dei Nirvana avevano replicato a dicembre sostenendo che la denuncia “mancava di merito” e il giudice Fernando Olguin ha accolto adesso la richiesta di non luogo a procedere.

I genitori del ragazzo all’epoca ricevettero 200 dollari per lo scatto in piscina, mentre la banconota da un dollaro venne aggiunta successivamente dai grafici. Un dettaglio che, secondo l’avvocato di Elder, lo avrebbe trasformato in un “lavoratore del sesso”. Nelle carte depositate dal legale si legge che secondo l’accusa il direttore artistico “Fisher ha creato un’immagine focalizzata sui genitali di Spencer per aumentare lo shock e la natura oscena dello scatto. La vera identità e il nome legale di Spencer saranno per sempre legati allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, di cui ha avuto esperienza quando era minore e che è stata diffusa e venduta in tutto al mondo da quando era neonato fino ad oggi”.

I legali del gruppo di Seattle però avevano contrattaccato sostenendo che  “Elden ha trascorso trent’anni a trarre profitto dalla sua celebrità come l’auto-nominato ‘Nirvana Baby’. Spesso ha parlato della fotografia in cambio di un compenso; si è fatto tatuare sul petto il titolo dell’album ‘Nevermind’; è apparso in un talk show indossando una tutina color carne per un’auto-parodia; ha autografato copie della copertina dell’album in vendita su eBay; e ha usato il suo legame con la storia del gruppo per cercare di rimorchiare le donne”.