Il film

Il grande Lebowsky proiettò i Fratelli Coen nell’olimpo dei registi più interessanti di Hollywood di fine anni ’90, dopo che già avevano dimostrato di possedere grandissime qualità stilistiche nel precedente Fargo, uscito nel 1996. In realtà Il grande Lebowsky fu inizialmente accolto tiepidamente sia dal pubblico che dalla critica, ma riuscì ad acquisire fama solo nel tempo, divenendo un vero e proprio cult. 

Con un grande cast alle spalle, tra cui Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman e David Huddleston, il film racconta le vicende di Jeffrey “Drugo” Lebowski,un hippy fannullone, assiduo fumatore di marijuana e accanito bevitore di White Russian, che conduce una pigra e piacevole esistenza condita da frequenti partite di bowling con gli amici Walter e Donny. Un giorno Drugo viene scambiato da un gruppo di criminali per un suo omonimo miliardario. Recatosi da costui per chiedere la sostituzione del tappeto che i malviventi gli hanno rovinato, l’uomo verrà coinvolto in un pericolosa e pazzesca avventura.

Il metodo di Jeff Bridges

Per i fratelli Cohen fu un piacere dirigere Jeff Bridges nei panni del Drugo, poiché per la sua interpretazione erano necessari pochissimi requisiti da parte dei membri della troupe. Pensate che prima di girare le scene, Bridges chiedeva praticamente sempre ai fratelli Coen se Drugo si fosse appena fumato o meno uno spinello: “la faccio da strafatto o da sobrio?” Se gli rispondevano di sì, prima di girare, Jeff se ne andava in un angolo, si strofinava le nocche sugli occhi per farli diventare rossi e girava la scena. Un metodo semplicemente efficace.