Mara Venier ha concesso una lunga intervista a Il Messaggero dove ha raccontato la sua carriera e svelato i suoi progetti futuri. Ecco un estratto:

I rapporti con il suo passato, Mara?

«Quando mi parlano di me come icona femminile, io penso magari a Raffaella (Carrà, ndr), Mina, la Magnani. Io ho sempre seguito il cuore. Errori compresi. Ho avuto Elisabetta a 17 anni perché adoravo il mio primo marito, un modello veneto che scappò a Roma la sera delle nozze. Don Gino andò dai miei a implorarmi di far nascere la bimba, ma di non farmi sposare, allora serviva il consenso. Poi a Roma ci sono andata io e l’attrice l’ho fatta io. Ci sono state mancanze da parte mia: ero una mamma troppo giovane, che lavorava. Penso di aver recuperato negli anni: sono fierissima del mio essere nonna di Giulio, che ha 20 anni, e di Iaio, Claudio di 5. Con il passato, con certi aspetti del mio carattere ho fatto pace».

Ha citato Jerry Calà e Arbore.

«Ci frequentiamo, il senso di famiglia allargata si rivive perché l’amore si evolve e cambia. L’amore vero, completo, definitivo è Nicola. Dopo aver vissuto con Paolo Capponi, attore serio e uomo di grande cultura e impegno, volevo ritrovare la Mara caciarona e ho incontrato un fiume in piena come Jerry: un rapporto burrascoso, ma lui è ora il fratello che non ho avuto. Arbore mi ha fatto capire chi potevo essere in tv: fu lui a spingermi a Domenica In e a consigliarmi, dopo gli anni del glamour e tacchi alti di Alba Parietti, di essere l’esatto contrario. La Mara donna che ama la casa e vuole farti sentire a casa. Ora rivedo tutti con piacere: proprio di recente una tavolata familiare con Arbore e gli autori di Indietro Tutta. Quei momenti, come quelli che passo con i miei nipoti sono i colpi di vento della felicità. L’amore vero però è libertà e capirsi. E quella di essere me stessa pienamente me l’ha regalata solo Carraro: la botta di fortuna nella vita è lui, non Domenica In».