Max Pezzali è stato intervistato dal Corriere.it in vista dell’uscita del suo nuovo libro Max90 e finalmente ha spiegato il motivo della frase famosa della canzone “Hanno ucciso l’uomo Ragno“: il famoso sgarro alle industrie di caffè.

Ecco un piccolo estratto:

Qualche volta (orrore!) mettevate l’Arbre Magique nella macchina al primo appuntamento, per coprire la puzza di fumo.

«Sì, orrore, ma l’ho scoperto dopo. Tutto era una scoperta quando non c’era internet. L’America, dove spesi tutti i miei risparmi per comprare una drum machine elettronica della Roland, la TR-107. La cucina esotica: ricordo quando a Pavia arrivò il primo Tex-Mex, perché fino ad allora il massimo era stata la cucina cinese. Lo racconto nell’ultimo libro, Max 90 (Sperling & Kupfer, ndr). E poi la musica, certo. Cioè la salvezza dalla medietà: cercavo di essere il più originale possibile nei gusti».

Ma alla fine che sgarro ha fatto l’Uomo Ragno alle industrie del caffè?

«L’Uomo Ragno era uno dei miei eroi, tra quelli che poi verranno divorati dai Manga. L’allegoria del precario che cerca la rivincita dalle ingiustizie. E le industrie del caffè, per me, erano il simbolo dei poteri forti. Io non sapevo nulla di economia industriale ma vedevo che alla televisione grandi attori e showmen venivano ingaggiati per fare la pubblicità del caffè. Per esempio Nino Manfredi. Mi convinsi che dovevano essere piene di soldi e che nascondessero chissà quale segreto».

Una Trilaterale della tazzina.

«Ovviamente era falso, ma quando non puoi verificare tutto in tempo reale, come si fa oggi, certe convinzioni resistono per anni».

Poi l’artista ha voluto soffermarsi su un piccolo errore della canzone:

“Nella canzone c’è anche la citazione del famoso cocktail, che però diventa Margaridas», con la «d». Perché?

«Un clamoroso errore: io, appassionato di cultura americana, avevo imparato la pronuncia statunitense. Un altro errore che ho commesso è stato quello di scrivere, in una canzone, Kurt Kobain con kappa. Grave».