Moana Pozzi, la regina dell’hard era in realtà una spia? Questa l’ipotesi che ha ispirato “Essere Moana”, la docu-serie prodotta da Verve Media Company per Warner Bros. Discovery, e scritta da Marco Gregoretti, Marina Loi e Flavia Triggiani. Proprio uno degli autori, Gregoretti, racconta a “FQ magazine” l’origine di tale ipotesi:

“Moana secondo me aveva un ruolo ben più importante di quanto si possa pensare, potrebbe anche aver condizionato alcune scelte del leader politico. Con Craxi non aveva solo una relazione sessuale ma anche affettiva, confidenziale. I servizi, spaventati, le misero al seguito uno dei loro agenti ma lei forse lì dava informazioni più che prenderle. Ebbe anche una storia con questo agente, si incontravano in un appartamento di Milano 2, gentilmente concesso da Silvio Berlusconi. La sua testimonianza sarà ascoltabile nel documentario”.

E sulla sua morte, avvolta da molte ombre, l’autore spiega:

“Riccardo Schicchi ne diede l’annuncio in apertura della fiera dedicata al porno, “MiSex”, davanti a 25mila persone, fu un’operazione di marketing perfetta. La sera stessa, proprio Schicchi mi disse che Moana non era affatto morta e allora andai a Lione, nell’albergo in cui ha trascorso gli ultimi giorni. Al comune non c’era il certificato di morte e anche a Roma i suoi documenti a riguardo erano ambigui. Quando ho saputo dei suoi rapporti del Kgb ho riflettuto sul fatto che lei e Craxi sono usciti di scena nello stesso momento, forse la sua missione era finita. Ma è solo una mia ipotesi, ciò che sembra certo è che ha portato con sé parecchi segreti nella tomba”

Quindi, perchè avrebbero deciso di farla scomparire?

“Secondo il generale Piero La Porta, Moana Pozzi ebbe un ruolo all’interno della Nato come informatrice ed era venuta a conoscenza di informazioni riservate sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro”.