Ospite del talk di “FqMagazine.it” de “Il Fatto Quotidiano”, in streaming su Facebook e YouTube, Nek, intervenuto per presentare il suo libro “A Mani Nude”, ha raccontato di come abbia avvertito la presenza del padre quando è stato vittima del terribile incidente alla mano che gli ha comportato due dita recise e poi recuperate nel novembre 2020:

“Questa è una cosa che non dimenticherò mai: un effetto più che una presenza, non saprei nemmeno come lo si possa definire. Percepivo una figura sempre come a lato del mio sguardo, riuscivo a vederla nello stesso punto ma con la coda dell’occhio. Sono andato a cercarla con lo sguardo pieno, ma poi si dissolveva. Era insomma presente, ma stava come a debita distanza, non era mai chiara. Quella presenza l’ho distinta dalla sagoma, dalla forma: era mio padre, almeno io l’ho tradotta così. Ho sentito molto forte la sua vicinanza.”

Una vicinanza che secondo il cantante gli ha dato la lucidità di prendere la macchina e andare al pronto soccorso da solo:

“Mio papà si è fatto male tante volte, ma ha sempre avuto sangue freddo, come l’ho avuto io quando ho rischiato di perdere due dita della mano. Non so ancora come abbia fatto a rimanere coi nervi saldi, a non andare in panico, ad avere la lucidità di prendere l’auto e andare al pronto soccorso con un dito a brandelli e l’altro quasi. Ero solo”

Secondo Nek, come raccontato nel suo libro, la presenza delle persone care può essere avvertita successivamente ad un evento traumatico:

“Mi hanno raccontato che alcune persone, quando sono travolte da una forte emozione, possono avvertire distintamente la presenza di un defunto accanto a loro”