Paolo Belli, in una lunga intervista a Il Messaggero ha ricordato il suo gruppo degli anni 90, I Ladri di Biciclette. Quasi tutti originari di Carpi, traggono il loro nome dall’omonimo capolavoro cinematografico di Vittorio De Sica. I musicisti erano: Paolo Belli (voce), Enrico Prandi (tastiere), Cesare Barbi (batteria), Daniele Bagni (basso), Raffaele Chiatto (chitarra), Enrico Guastalla (tromba), Massimo Morselli (trombone), Corrado Terzi (sax tenore), Beppe Cavani (sax contralto).

È vero che con Milly si sente ancora oggi in soggezione?

«Sì. Quando faccio una riunione con lei vado un po’ nel pallone e mi viene da dire parole di cui a volte non conosco neanche il significato. Lei e altre due persone, che rispetto enormemente, mi fanno questo effetto: Gianni Morandi e Red Ronnie. Comunque sia, oggi lo posso dire: nella vita mi è andata benissimo».

Per un certo periodo è andata male.

«Malissimo. Con i Ladri dopo una partenza favolosa – Sanremo, tour con Vasco Rossi, due Festivalbar vinti nel 1989 e 1990 – è successo un casino».

Cosa?

«Nessuno può preparare al successo. E noi avevamo intorno gente che non ci aiutava, così prima di litigare abbiamo chiuso la baracca».

Avete litigato, sia sincero. I Ladri per un po’ sono andati avanti anche senza di lei.

«È vero. Eravamo troppo giovani: ci univa la musica, ma poi i soldi e la fama ci hanno diviso. Adesso è tutto a posto, ci frequentiamo e c’è anche sintonia». 

Ora gli altri che fanno?

«Uno suona con Umberto Tozzi, gli altri hanno aperto un ristorante o altre attività». 

È vero che ci sarà una reunion?

«Se ci sarà magia, naturalezza e voglia di fare, perché no?».