Pino Insegno sarà uno dei volti protagonisti dei nuovi palinsesti Rai con la conduzione de “Il mercante in Fiera”, per poi prende il posto di Flavio Insinna a “L’eredità”.

Per qualcuno, il suo ritorno sulla cresta dell’onda sarebbe merito del rapporto con il premier Giorgia Meloni. In un’intervista a “Libero”, il conduttore ha risposto alle accuse: «Sono odiato perché approvo la Meloni. Mi è stato detto che un attore non deve schierarsi. Nel corso della mia carriera ho incrociato 11/12 governi di ogni colore, fino a quando diventa presidente del Consiglio una persona della quale approvo alcune scelte sociali. Perché non dovrei appoggiarla? Mi sono sentito dire che un attore non deve schierarsi. E chi l’ha detto? Vedo ogni giorno tanti illustri colleghi parlare e dire la loro dal palco del 1° Maggio in giù…».

«All’inizio l’ho vissuto male non essendo abituato ai clamori esterni al mio mondo. Mi chiedevo: ma perché non mi giudicano per quello che so fare e valgo oggettivamente come artista? Perché continuano a creare polemiche ad arte, sperando che io risponda per dare verità a quelle che sono in realtà solo falsità? Sono stato in Rai dal 1983 con Gino Bramieri e l’Allegra Brigata per oltre vent’anni, poi ci sono tornato e fino allo scorso anno ho fatto Voice Anatomy»,

«Non so nuotare in questo mare di m… però poi ho capito che devo sguazzarci per restare a galla», conclude. Per l’attore «i social lasciano il tempo che trovano. Io faccio sempre una battuta: Gesù aveva solo dodici follower e uno ha abbandonato il gruppo. Guardate un po’ che ha fatto! (sorride). Quindi dico: ben vengano le piattaforme sulle quali scegli i film che vuoi, mal vengano i social sui quali c’è chi, dietro falso nome, si nasconde per spargere odio e falsità».