Renato Pozzetto ieri ha vinto un Nastro D’Argento speciale per la sua interpretazione nel film “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati. Intervistato dal Corriere.it l’attore ha voluto raccontare le sue emozioni e anche qualche aneddoto del passato: 

“Diceva Michelangelo Antonioni che tutti gli attori comici sono anche bravi attori drammatici. Lei l’ha dimostrato dopo settanta film e 65 anni di carriera, a contare da quando, sedicenne, si esibiva con Cochi nei cabaret milanesi. Com’è che si è cimentato solo adesso?

«Era un interesse mai sfiorato, ma è vero che il comico osserva tanto la vita, come se la guardasse da un angolo distorto, giù da una finestra: la vedi strana. Io e Cochi, eravamo talmente poveri che, per divertirci, dicevamo qualsiasi cosa, anche chiedere un panino, in modo da far ridere. E quando cerchi la via di far ridere, vedi pure le tragedie che ci sono intorno. Abbiamo avuto la fortuna che i nostri miti, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Dario Fo venivano nelle nostre stesse osterie. Jannacci era quello che, a momenti, ti faceva piangere e, a momenti, ti faceva ridere. Pensi che bello aver fatto parte di quel discorso lì… Passare le notti all’Oca d’oro a farci un litro di vino e suonare la chitarra con loro e con gli artisti: con Piero Manzoni, con Lucio Fontana che ci diceva, in milanese: voi altri dovreste fare Sanremo».

Invece, lei e Cochi avete fatto Canzonissima: ventidue milioni di telespettatori a sera.

«Gli chiesi il permesso per girare il primo film, Per amare Ofelia di Flavio Mogherini. Avevo fatto leggere il copione a Beppe Viola e Jannacci e mi dissero che era una boiata, invece gli incassi furono favolosi e tornai a Milano col cuore in pace che avevo pure vinto il Nastro d’argento come attore esordiente».

Avati che le detto del Nastro di adesso?

«L’aveva previsto. Mi aveva detto: vedrai che ti chiameranno. E io: ma no, dai…».

A chi dedicherà il Nastro?

«Al cinema in generale. E a quelli che hanno vinto i David di Donatello».

Lei non l’ha vinto: pensa che non l’abbiano premiata per snobismo?

«Non ho detto questo».