Tra i cambiamenti, rispetto allo script, decisi da Ridley Scott e Russell Crowe poche settimane prima dell’inizio delle riprese de Il Gladiatore, c’è stato anche il destino del protagonista: “Nella sceneggiatura originale Massimo Decimo Meridio sopravviveva” dice Crowe al magazine britannico Empire (nel numero di giugno, appena uscito) ripercorrendo, a 20 anni dall’uscita, la genesi del film, premiato con cinque Oscar, compresi quelli per il miglior film e l’attore protagonista, su 12 nomination.

 

Si è deciso di cambiare il finale perché “quel discorso ‘Il mio nome è Massimo Decimo Meridio…’ è praticamente il biglietto d’addio di un suicida – sottolinea l’attore nell’intervista con Martyn Palmer -. Ricordo Ridley venire da me sul set e dirmi ‘Guarda, per come è delineata (la storia) non vedo come tu possa vivere. Il personaggio è focalizzato su un atto di pura vendetta per sua moglie e suo figlio e una volta che l’ha compiuta, cosa fa?'”. Crowe su questo amava scherzare: “Chiedevo ‘Sì, che fa dopo Massimo? Finisce ad aprire una fottuta pizzeria vicino al Colosseo?’.

 

Lui ha un solo proposito, incontrare sua moglie nell’aldilà e chiederle scusa per non essere stato là per lei”. Per l’attore realizzare Il Gladiatore è stato come vincere una scommessa estrema: “Ci hanno messo sotto un’enorme pressione. C’erano molti proiettili indirizzati verso di noi, ma restando uniti, uno dei credo di Massimo come generale, li abbiamo evitati tutti”. (ANSA).