Dopo la reunion di Scarface, il Tribeca Film Festival ha potuto celebrare un’altra reunion di lusso, quella organizzata per il 25° anniversario di Schindler’s List.
Il film è stato riproiettato alla presenza del pubblico accorso al festival, e questa è stata la prima volta che Spielberg ha visto il film con un pubblico fin dalla sua anteprima proprio venticinque anni fa. L’ultima volta che aveva visto il suo film, come specificato dallo stesso regista, era stato cinque anni fa, in occasione della versione restaurata in Blu-Ray della pellicola, ma che lo vide con il tasto muto attivo.

Questo per far capire quanto traumatica sia stata per lui l’esperienza di un film molto sentito psicologicamente e sentimentalmente. Spielberg ha raccontato che tutto il periodo delle riprese fu molto intenso e duro per lui e che uno dei suoi più grandi supoprters in quel particolare periodo fu Robin Williams.

Robin sapeva quello che stavo passando e una volta a settimana mi chiamava e faceva circa 15 minuti del suo repertorio da stand-up per me al telefono e io non potevo fare altro che ridere in maniera isterica, perché avevo proprio bisogno di scaricarmi. Ma è proprio il modo in cui Robin si comportava al telefono che mi faceva divertire, riagganciava sempre quando era al culmine, quando gli davi la risata migliore. Non salutava mai, agganciava quando eri al massimo delle risate”.

Tuttavia, il cast non aveva lo stesso trattamento e così succedeva che per molti giorni ci fosse una pausa per riprendersi un po’ psicologicamente. Il regista ha fatto riferimento a un periodo in cui dopo aver girato la scena del gruppo di giovani ebree mandate per sbaglio ad Auschwitz, “due giovani attori, entrambi israeliani, non furono in grado di girare per i successivi tre giorni. Erano psicologicamente a pezzi. C’erano traumi ovunque. Non si poteva fingere in quel modo”.