Il film

Superman uscì nel 1978, diretto da Richard Donner e interpretato da Marlon Brando, Christopher Reeve e Gene Hackman. Il soggetto è tratto dall’omonimo personaggio dei fumetti della DC Comics ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster. La pellicola fu distribuita nelle sale statunitensi il 10 dicembre 1978; nelle sale italiane giunse il 9 febbraio 1979. L’opera cinematografica è conosciuta anche con il titolo Superman: Il film (Superman: The Movie), usato nel materiale promozionale.

Ebbe un grandissimo successo, prima presso il pubblico americano poi nel resto del mondo: ha avuto tre seguiti: Superman II, girato contemporaneamente al primo e con un cast praticamente invariato, Superman III, e Superman IV; di questi tre, solo il primo seguito ottenne un successo pari se non superiore al primo film, mentre gli altri due ebbero scarso successo sia di pubblico sia di critica, motivo per il quale la serie cinematografica dedicata a Superman fu interrotta, almeno fino all’uscita di Superman Returns nel 2006.

Benché preceduto da alcune altre produzioni di questo filone, il primo Superman è considerato il capostipite dei film di supereroi, essendo il primo prodotto cinematografico di successo girato con notevoli mezzi. Il successo di Superman convinse i produttori, anni dopo, a realizzare altri adattamenti basati sui supereroi dei fumetti, tra i quali Batman di Tim Burton nel 1989.

La trama

Pianeta Krypton. Jor-El, uno degli uomini più influenti del pianeta, accusa davanti al Consiglio di Governo tre pericolosi ribelli kryptoniani, il generale Zod, Ursa e Non, di avere complottato per rovesciare l’ordine costituito, facendoli condannare all’esilio perpetuo nella Zona fantasma, una zona della galassia in cui i prigionieri esistono in una sorta di limbo, alienati dal resto dell’universo.

Geniale scienziato, Jor-El successivamente informa le autorità che il mondo kryptoniano è condannato a venire risucchiato nel proprio sole rosso nel giro di soli trenta giorni e che è pertanto indispensabile iniziare a trasferire l’intero popolo su un altro mondo abitabile. Il Consiglio di Governo teme che Jor-El voglia scatenare il panico, e le sue teorie vengono respinte: la comunità scientifica è infatti convinta che Krypton stia soltanto cambiando la propria orbita e che non sussista alcun vero pericolo per la popolazione. Jor-El allora, in accordo con la moglie Lara, costruisce una piccola astronave con la quale salvare almeno il piccolo figlio Kal-El verso un mondo incredibilmente lontano, che i nativi chiamano Terra, illuminato da un sole giallo, lo stesso che, data l’insolita biologia genetica e molecolare dei Kryptoniani, gli conferirà poteri superumani; il veicolo viene lanciato nell’iperspazio appena in tempo, e il pianeta esplode violentemente insieme con il proprio sole, esattamente come lo sventurato Jor-El aveva previsto. Il viaggio, che avviene alla velocità della luce, per il veicolo durerà tre anni, mentre per il resto dell’universo trascorreranno molti secoli.

Il piccolo Kal-El raggiunge la Terra e si schianta in un campo di grano a Smallville, in Kansas, dove viene trovato e adottato dai coniugi Jonathan e Martha Kent, che lo chiameranno Clark. Quando compie i diciotto anni, Clark Kent ha già sviluppato moltissimi dei suoi poteri: può correre più velocemente di un treno, può vedere attraverso gli oggetti e può addirittura sollevare a mani nude degli autoveicoli. L’unico tormento che lo insegue è la curiosità circa le sue vere origini e il motivo per cui dispone di questi straordinari poteri, che lo rendono diverso dagli altri.

Alla morte del padre adottivo Jonathan, Clark ritrova un misterioso cristallo verde luminoso e percepisce di doversi recare nell’Artide; giunto tra le nevi e i ghiacci perenni, lancia il cristallo nel mezzo di una calotta, da cui emerge una struttura cristallina monumentale, la Fortezza della solitudine; Clark accede alle memorie in essa custodite, frutto del lavoro di suo padre Jor-El, la cui proiezione gli riferisce che egli è l’unico superstite di un pianeta esploso ormai da centinaia di anni. Sotto la guida paterna, Clark comprende chi è in realtà, e che cosa deve fare: aiutare l’umanità a evolversi senza però interferire nella sua storia.

Reeve e Brando

Dopo l’esperienza in Superman, Christopher Reeve ha rivelato di non essersi divertito a lavorare al fianco di Marlon Brando per via della scarsa motivazione del divo. In Superman, Marlon Brando interpretava Jor-El, padre biologico di Superman su Krypton che invia il figlio sulla Terra per salvare il pianeta dalla distruzione. Nel film il divo non aveva molto spazio, visto che muore quasi all’inizio. La sua presenza continua però ad aleggiare nel film (e un po nel seguito) e il suo messaggio registrato per Kal-El aiuta il figlio a diventare il supereroe ideale. All’epoca del film, Marlon Brando aveva già interpretato Don Vito Corleone ne Il padrino, uscito sei anni prima . Nonostante ciò Christopher Reeve non è stato impressionato dal talento della sua co-star, anzi, in seguito ha rivelato che non gli è piaciuto per niente recitare con lui in Superman.

In una vecchia intervista con David Letterman, Reeves ha candidamente rivelato la sua opinione su Brando confessando di non essersi “immolato all’altare di Marlon Brando” perché dava la sensazione di non essere in parte. Reeves ha motivato la sua delusione specificando che Marlon Brando avrebbe potuto essere una fonte di ispirazione per una nuova generazione di attori, ma la stampa continuava a idolatrarlo nonostante lui non nutrisse più passione per ciò che faceva. Ammettere che Brando non dava il meglio di Sé di fronte al grande pubblico è stata una mossa coraggiosa che ha stupito lo stesso David Letterman. Reeves ha comunque ammesso di aver fatto quelle dichiarazioni perché era deluso che un attore della grandezza di Marlon Brando fosse così demotivato.

All’epoca di Superman, Brando sembrava non preoccuparsi più dell’opinione del pubblico. Dopo aver chiesto una notevole somma di denaro pur avendo un ruolo piccolo, il divo rifiutò di leggere la sceneggiatura per prepararsi al ruolo e le sue battute gli venivano mostrate fuori quadro durante le riprese. Ecco perché l’esperienza di Christopher Reeve a fianco del divo non è stata delle migliori.