Tiberio Timperi, volto ormai consolidatissimo nei palinsesti Rai, si è raccontato in una nuova intervista a Repubblica. Il conduttore romano, attualmente impegnato nella conduzione di Uno mattina estate e da settembre con i Fatti vostri, in coppia con Anna Falchi su Rai 2, ha raccontato parti del suo passato e della sua famiglia.

Il padre voleva un figlio laureato, ma dopo il successo in Rai diventò suo fan. “Papà mi ha preso sul serio solo dopo che sono passato in Rai, ho scoperto che conservava gli articoli su di me. Educazione semplice: comportati bene, vai bene a scuola e non farci chiamare dalla polizia. Papà era corretto fino all’autolesionismo”. Sulla madre racconta: “Mamma è morta giovane, era chiusa, non esternava, sognavo le carezze che mia zia faceva a mio cugino. Era una vita senza sovrastrutture, un gradino sopra la povertà. So cos’è la fame, la voglia di arrivare. Abitavo in un palazzo di Piazza Vittorio che odorava di sugo, sono cresciuto con i valori di una volta. Ero figlio unico, avrei voluto dei fratelli. Sa una cosa? Ho finito per assomigliare a mio padre, dico quello che diceva lui”.

Il cinismo mi ha aiutato a sopravvivere” ha raccontato Timperi che ha “fatto scuola” al Tg4: “Emilio Fede era epico nelle sue sfuriate, ma ho imparato tanto. Il mio modello? Baudo, Corrado, Enzo Tortora che era affilato. Baudo faceva spettacolo con l’incidente, di Corrado amavo la familiarità”. Ha lavorato sia con Mike Bongiorno che con Raffaella Carrà: “Con Mike presentai il Festival italiano, una sorta di anti Sanremo, era un signore. Con Raffaella preparavamo Navigator, con Sergio Japino a Cinecittà. Non capivo il programma. Japino mi disse: “Io sono la televisione”, replicai: “E io il frigorifero”. Poi Raffaella fu distaccata con me.

Quando era più giovane era “cicciotello e con i brufoli”: “Quando ho fatto la radio non c’era la telecamera, e l’avvenenza non contava”.